Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Anthologie des Essaystes .Français contemporain,ç 125 in termini filosofici, varrà a spiegarci in parte la povertà che iii. nostro paese ha di cultori di forme «miste», fra cui è appunto il «saggio»; alla qual causa potrà aggiungersi la tradizionale diffidenza verso le teo– rie ch'è propria dei nostri letterati, e, daU'altro canto, la predomi– nante formazione storicistica che, educandoci al culto dell'individua– lità, ci rende solitamente perplessi o scettici di fronte alle questioni d'ordine generale ed empirico che tanto appassionano i nostri vicini d'oltralpe. - Per tornare all'Antologia, abbiamo già fatto cenno della spiccata predilezione dei suoi redattori per le idee e gli uomini che possono lar– gamente definirsi « di sinistra ll : predilezione di cui non faremo loro debito, dato che è sempre preferibile, in lavori di questo genere, un at– teggiamento vivace e polemico piuttosto che certa •« oggettività ll, la quale dà luogo solit:1mente a compilazioni interminabili e senza ri– lievo. Ma un compiuto panorama, del moderno essai avrebbe certa– mente dovuto fare più larga partl:l ai principali scrittori dell' Action française, e particolarmente a Maurras e a Daudet, che invece troviamo escìusi, con la sola eccezione del Bainville. Né l'attuale decadenza del movimento che fa capo all' Acti_on française serve a giustificare tale esclu– sione, trattandosi di scrittori che continuano ad esercitare qualche in– flusso sulla Francia d'oggi, e che, nonostante l'invecchiamento delle loro dottrine, possono· dare ancora qualche buon esempio di stile ideolo– gico e polemico .. Meno che mai poi doveva mancare Péguy, la cui ge– nerosa passione intellettuale, nonostante il carattere contingente delle sue preoccupazioni politiche e culturali, può ancora esser proposta com:e modello alle nuove generazioni. Ora non ,troviamo nell'Antologia né lui, né Sorel, né Halévy, né altri dei maggiori collaboratori dei Oahiers de la Quinzaine, compreso il vecchio Rolland. Evidentemente i compilatori, seguendo il loro rigoroso concetto di modernità, hanno più che altro cercato di raccogliere nella loro An– tologia i movimenti d'idee più nuovi in ordine di tempo, quelli ancora meno provati dal contatto con la cultura e la vita circostante, e che perciò sono, o sembrano, più ricchi d'avvenire. Malgrado ciò, alcune delle posizioni mentali che questi essaystes ci propongono no:r;i. rappre– sentano in sostanza, che il rip·rodursi di vecchie idee e aspirazioni di fronte ai nuovi avvenimenti. Così il pensiero di ,Suarès appare ancora impregnato degli insegnamenti di Nietzsche e di Ibsen dissolti nell'irra– zionalismo bergsoniano; l'idealismo proletario di Péguy trova.una nuova voce in Guehénno, discepolo di Michelet passato attraverso Fesperienz:;i, della guerra mondiale e del bolscevismo ; Benda non fa che continuare la sua polemica contro Bergson e il pragmatismo in difesa dell'intel– ligenza e dell'equilibrio classico già iniziata negli anni precedenti alla guerra; altri, e fra i più giovai:{i, come Ohamson, Montherlant ecc.i ri– discutono le dottrine di Barrès o di Maurras per opporvisi od offrirne nuove interpretazioni. Insomma, la mirabile continuità della cultura francese neppure questa volta appare interrotta, pur nel contrasto degli ideali e delle teoriche più divergenti. · Fra i maggiori maestri delle nuove generazioni troviamo nell' An– tologia Gide, abbastanza ben rappresentato da alcuni penetrant_i feuil- BibliotecaGino Bianco

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