Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

U. ZER ,BIN.A.TI , Inno al Cielo 119 Chi volesse spiegare in che modo la, poesia sia canto, gli converrebbe certo richiamarsi ai poeti italiani meglio che ai francesi, tedeschi e in– glesi. Anche nel caso presente, il lettore sperimentato, avvertendo qua e là quelle sparse simpatie, e anche quella più generica con lo Shelley, evidente fin dal titolo, si affretterà. a, la,sciarle da parte come irrilevanti, e anzi tali da ritardare semmai una vera intelligenza di questa lirica singolare. · Tratta-ndosi di cosa dei. nostri giorni, la qualità che in essa so~·– prende per prima è la nettezza, il rilievo fermissimo con cui ha preso forma un concetto che la sua stessa sublimità rendeva assai vago. È notte, d'estate,, sulle rive del Mincio. Sono. i luoghi nativi del poeta, che con pochi e semplici tratti determina benissimo il sito, e i legami che lo stringono ad esso. Ode un violino suonare da una terrazza; e quello che sarà l'argomento del suo inno, l'infinito inteso attraverso la musica, è annunciato con una felice inversione: e pare avvicinato per udire alla terra il cielo immenso. Nella strofa che segue, anche l'animo incomincia ad accogliere il suono e il sentimento che tra poco lo rapiranno intero : come una prigioniera tortora che ritrova sé libera, meravigliosamente sulle mani dischiuse prova l'ala leggiera fin che treptda al vento ed alla piena felicità del volo la distende, tale in me, come l'onda dolcissima si esala, moversi sento e liberarsi un'ala. Segue un alto riposo, come un sostare e un raccogliersi_ del canto prima del movimento impetuoso che· lo porterà al suo vertice, nella strofa quarta: Pura, sovrana melodia levata dai nostri orti caduchi ai bei giardini azzurri ove non sale mai canzone mortale dove una fronda non mormora, un'acqua non fruscia : solamente l'infinito silenzio è eterno cigno ! con tutto il seguito, fino alla chiusa magistrale su quell'accordo pro– fondo: ...... non sciogli tu l'antica pena mia: sentire troppo angusto al cuore il petto, e invano alti spazi anelare oltre l'umano ? Bibl'otecaGino Biar.co

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