Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

108 DANTE, La vita nuova ecc. tuire poi la sostanza più intima della sua vita e della sua poesia. Perciò il romanzo dell'amor perfetto, che in altri stilnovisti è umano e dram– matico, prende in lui quel caratteristico colore religioso, quell'intona– zione celeste che tutti sanno. L'uomo toccato dall'amore ne deriva anzitutto un miglioramento generale, un'elevazione d!:li costumi, una .nuova gentilezza dell'animo: cui corrisponde d'altro canto un affinamento e struggimento fisico. Se– nonché egli ,è preso dapprima da rispetto umano : teme i discorsi altrui, teme df mostrare agli altri la sua nuova, più nobile ma anche più strana,, coscienza: e intanto cerca di persuadersi che è necessario che la sua passione rimanga occulta perché non sia deformata e avvilita dai con– tatti esterni: donde l'episodio delle donne-schermo. Liberatosi da cotesti infingimenti e rinunziato ad ogni contatto esteriore, e persino al saluto, l'amante - nella sua platonica solitudine - tocca, insieme con un profondo dolore, un'altezza spirituale e morale mai raggiunta: che si rispecchia nella canzone della lode. Ma interviene la morte· della donna: momento di paurosa angoscia, dal quale l'innamorato esce dapprima smarrito ed incerto : cerca un rifugio di consolazione, di pietà : la Donna Gentile. Poi, allontanandosi nel tempo la data dolorosa, incomincia a rifletter su se stesso, a prender chiara coscienza di ciò che gli è avvenuto, a intenderne il significato più alto e segreto. Allora s'avvede èhe non la presenza della donna, ei neppur la sua immagine reale, o anche solo la lode di lei come donna, è il contenuto più profondo del sentimento che ha trasfigurato tutta la sua vita. Il sentimento è palpito in sé puro ed •infinitamente vasto, che sussiste, esaurite anche tutte le condizioni esteriori tra le quali e per le quali pareva esser nato. La donna è ormai una santa nel cielo - essa che parve angelo in terra. E al cielo si rivolge, con il suo amore purificato, l'amante che, mosso dalla passione terrena, è giunto in. modo misterioso ed esemplare al sommo apice della charitas divina. Ha ragione dunque, anche secondo noi, il Manacorda, il quale vede nel racconto dantesco la descrizione del trionfo dell'amor amicitiae sull'amor concupiscentiae: senonché si tratta qui nqn tanto di dottrina. filosofica o mistica, e meno ancora allegorica, quanto d'un'esperienza reale, e quasi certamente vissuta nella sua sostanza, e neppure così lon– tana dalle abitudini della nostra mente e de' nostri tempi che a: noi riesca affatto impossibile intenderla. ,Si tratterà soltanto di spogliarla,. con mano cauta e leggera, degli artifici e dei simboli, del .resto quasi tutti trasparentissimi, che la ricoprono. Sotto gli schemi nn po' rigidi del « trattato dell'Amor perfetto», troveremo un dramma umano, che è di tutti i tempi : finché almeno vi saranno al mondo giovani con i loro amori vergini e contemplativi, e purificazioni e converisioni nate dal– l'angoscia e dalla morte. A suo modo dunque anche la Vita nuova è, come il Convivio, un'opera didattica: nella quale però_ allegoria e spie– gazione, parola e insegnamento sono strettamente e stranamente fusi e qùasi forman tutt'uno. Non la storia di Beatrice, ,né il suo ritratto umano, dovremo cercarvi. E se la donna ci parrà troppo lontana, e le linee della sua figura pallide ed incerte, dovremo pensare che la vediamo sempre soltanto indirettamente, nello specchio vivo e mobile in cui l'om- BibliotecaGino Bianco

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