Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

106 DANTE, La vita nuova ecc .. Donde da un lato, nei filosofi e nei mistici, il vezzo d'adoperare le e~pres– sioni della passione più sensuale e carnale per descrivere le esperienze· e i concetti dello spirito; e dall'altro lato, nei letterati e nei poeti, quello di trasportare alle loro umane vicende maniere frasi e soprattutto il tono ùi passione ardente ma rarefatta dei libri mistici. La storia di questa, fusione e dello sviluppo d'un concetto insieme umano e divino è assai complessa ed intricata e implica la conoscenza d'una mole im– mensa di scritti,. che vanno dalle traduzioni e dai rifacimenti dell'Ars· amatoria ai trattati d'Amore, alle opere dei filosofi, dei Vittorini~ dei Francescani, alla poesia erotica e mistica di tutta l'Europa occidentale fino al Petrarca. È storia .comunque ancor quasi tutta da fare, né è possibile altro qui se non dare al lettore un'idea almeno della, sua vastità. e della sua importanza. Negli ultimi Prov,oozali, come ha mostrato in alcuni studi notevo– lissimi il De Lollis, il concetto d'amore diviene oggetto d'uno studio più alto e sottile: s'insiste da essi soprattutto sull'influsso del senti– mento amoroso, in quanto esso eleva moralmente e raggentilisce e no– bilita gli animi che ne son tocchi. Da questi poeti derivano, attraverso il Guinizelli, gli scrittori del dolce stil nuovo : i quali si staccano consa– pevoli e risolutamente da tutte le grossolanità della più vecchia maniera e, poggiati sul fondamento d'una cultura più ampia e raffinata, trovano, nel campo della psicologia, distinzioni più sottili, definizioni più de– licate. L'analisi delle vicende d'amore, che nei poeti anteriori era tutta. estrinseca o quasi, disgregata e frammentaria, espressa per mezzo d'im– magini esteriori ed inadeguate, diventa con i poeti del dolce stil nuovo più intima, coglie con maggior immediatezza la realtà dell'animo, trova immagini più incorporee e aeree, più tenui e fragili, meglio aderenti al contenuto tutto spirituale ch'esse vogliono esprimere. È proprio questo carattere d'interiorità che ha tratto molti critici in inganno. Si direbbe ch'essi abbiano dimenticato che l'amore è, infine, nn sentimento, un fatto dello spirito, come già sapevano i lirici della scuola siciliana del Dugento, e non solo un contatto corporeo e sensuale: e che è propria veramente delPamore (se pur non ne costituisce l'essenza, quella funzione di elevamento morale, di raggentilimento dei costumi, sn cui si soffermarono, in mo_do speciale e quasi esclusivo, i poeti del dolce stil nuovo, e della quale molto più tardi doveva discorrere in· maniera non troppo diversa, in un suo canto celebre, Giacomo Leopardi. Guardando quelle donne tutte angeliche e spirituali, i critici cui ac– cennavo danno sfogo al loro scettfoismo più povero e grossolano e non tentano neppure di rievocare i ricordi degli anni giovanili, che pure potrebbero insegnar loro molte cose. Soprattutto non badano che i poeti fiorentini della fine del Dugento mirano piuttosto ad esprimere l'in– flusso della donna, e· ancor -più dell'amore in sé, sul loro animo, che non a lasciarci dell'amata un ritratto più o meno verosimile: e questo ritratto delineano se mai soltanto in modo indiretto, attraverso il dramma spirituale, com'è proprio d'altronde d'una più alta poesia, che non sa contenersi nei limiti d'una mera descrizione esteriore. • Centro di questo mondo lirico è d'altronde non la donna, di cui s'esalta l'azione beatifica e purificatrice, bensì il poeta stesso con la sua BibliotecaGino Bianco

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