Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

78 D. Oinelli lavori che sarebbero sta.ti di spettanza deil pa,drone : da Felice non c'era da ottener nul la. D ove 1I1on arrivava da sé, Tito non esitava a farsi aiutare da qua.lob.e vicino, restit_ueindogli le gioroate, in qualche altra oocasione. Ma al padrone doveva soltanto quel che il podere rendeva di su~; il resto era frutto _delle st~e fati?he; su quella parte, Ila ,mezzadria non c'entrava, e Tito non lspartiva. III. La Fosca si levò che era runcora buio. Di quel che era successo nella 111otte 1I1onsi rico:rdava più che come da lontruno : Tito alla porta di casa, Felice che si calava, di dietro, dalla :finestra sul tetto deilla stalla,, ombre, fantasmi, nel sonno. Era fresco; s'infilò ullla giacohetta smessa di Tito sul vestito, si strinse i capelli in •una pezzola, e ,scese 1I1ellastalla. Al lume dellla candela governò le bestie ; fece il méscolo : :fieno e paglia; più paglia che :fieno. Cominciò a far chiaro, 1I1ei vetri trasparivano quat– tro quadrati d'azzurro; aprì la porta: ,fuori era sereno. Su11piruno dell'Elsa si ™11montava Ulll nebbione morbido, nuvoloso; al di là, la mo le nera d i Monte Maggio parava mezzo il cieio. llll cima al monte brilla.va •ancora un~ stella, l'u[tima, una grrun bella stella; e la Fo sca si tra ttenne un poco sulla soglia ,a guardarla. Poi passò di cucina, si tagliò Ulll cantuccio dli pame, s'infilò ,due panieri al braccio e usci. Le commettiture dei rnat~i dell'aia erano dise– gnate da un filo di brina lieve come un .soffio; ogni cosa era fra– dicia di guazza. A pas~o svelto prese dietro casa dal viottolo che sale verso il marroneto. Si faceva una bella mattinata, beinché rigida; la Fosca si sentiva contenta e tranquilla. Nel mentre saliva, la luce cresceva dietro di lei, dava rilievo alle piante, alle zollle, sbiadiva, apriva da ogni parte il cielo : sotto le scarpe scricchiolava la brina che si strug– g,ev,a; la terra fumava tutta di umidità. Ogni poco dava un mor,so IIlelpam.e.Alle ultiime piante, posò i panieri e si mise· a raccattare le · uliye. Poi, di sulla scala che era rimasta appoggiata al tro1I1codaJl giorno avanti, salì 1I1e1la chioma e oominciò a brucare le più ma– ture. Intanto s'era levato il sole, •e.essa non aveva più freddo, anzi .nel lavorare ·si ,sentiva tutta intiepidire 111ei vestiti, come il pettd dli ulll piccione 111elle piume. Tito non sarebbe tornato sÌlllo a sera: una giornat•a sua, tranquillla, sola, col suo bambino. Non che avesse a noia il marito; ma di star sola era un gran refrigerio, un godimento ver,o.. Era salita sulle rame più alte; di lì si spenzola.va 1I1elvuoto come a volare : in v·alle la 111ebbia si alzava a grandi sb rami sfilac– cicati e, attraverso, s'intravedeva luocicare l'Ellsa lungo i pioppi rossi di sole. Le case seminate per lo stradone di Colle erruno :rosa, BibliotecaGino Bianco

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