Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
Il servit0t·e del Diavolo 717 ammucchiati, dove il Maltese l'aveva chiamata, alla fine, quasi di nascosto, per vergogma di apparire lID geloso, o comunque vergo– gnoso della parte che faceva lì, alla presoo~a dfi.tutti. Era ricominciato il ballo, ed il suo ballerino la oercava, spiava !Ilelle·stanre, apriva e richiudeva le porte che davwno !Ilella sala. Fi– nalmoote ,si affacciò al buio corridoio. La Goriziana si rischiarò subito : - Vengo, vengo. Voltò le spalle al .Maltese, aperse le braccia e ricominciò il hallo che po' poi era u!Ilabaldoria. Ma lei par-eva nata i!Il,quella baldoria. Si era subito rifatta nel volto bianco e rosso, punt,eggfato di poc,a lentiggine. Il collo nudo, il seno urn po' .scoperto aioooppiato, di colore bello, sostenuto da ullla fascetta, si vedeva segnato nel mezzo e diviso, agitarsi dall'affanno e fuori uscire dall'urto della danza, e ripiombare nella custodia, per subito riaffiorare, sotto il muso del ballerino più basso di Lei. Il Maltese stette un poco lì i!Ilebetito, poi salì le scale per andare in came:ria della Goriziaina, ma la porta era chiusa a chiave. Riscese le scale per andarsene. G·uardò a traverso il corridoio buio e scorse due ombre. Si voltò subito per paura di riconoscerle, e ,seguitò· a scendere le scale. Allora il balleri!Ilo venne sul piainerottolo per ve- dere se era proprio lui. , Mentre scendeva gli ultimi scalirni, sentì la voce della Goriziana: - Se mi ha vista, tanto megho. Un me ne importa nulla.· Ero stanca di stare con urn uomo senza sarngue irn faccia. Verso sera, dopo aver girovagato senza mèta per la città, quando il Maltese rieintrò in casa, trovò suo padre addormentato sulla pol– trollla, presso la vetrata -aperta sulla terraz,ro. E sua madre vicina a vegliare il vecchio. La madr,e, lo assillò s11bito di domande: ,dell'esito della malattia della Goriziana, sorpresa del ritorno sollecito e lll0n sperato. Do– marnde a fior di labbra, piano, per lllon destare il vecchio. Sulla terrazza nera d',asfalto si -stendevano le ombre del muretto a parapetto. Il muretto scialbato di b:uanòo, i!Il,quell'ora era grigio anche lui. Così stando a sedere lllella stamza, si vedeva il pavimento, l'ombra, il muro, e perfino il cielo a strisce degradainti in 1I1ero.Sol– tanto più ch:uaroera il cielo, interrotto dalle rame d'i un sicomoro in ombra. Il lume della casa spento, benché fosse già lllotte, e un'aria fresca, e un silenzio da impaurire. Il Maltese 1I1On si era mai accorto prima, !Ilé della terrazza d'asfalto, né del ,sicomor-o,lllé delle ombre, né del silenzio, che mette paura ,a chi dentro !110!11 ha limpida l'anima. Il padre è tranquillo e dorme. Respira coi sani polmoni quell'aria che !IlOn è troppa, che non è poca a chi è sano. E la madre 1I1on ha paura di nulla. È trepid'ante per il figlio stre– gato, ma già seinte che il « membro infetto)) perisce, e si trova BibliotecaGino Bianco
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