Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

Il servitore del Diavolo 715 Ma proprio sposarla non voleva. Era ripuginillllte dare il suo nome ad una do[lna simile. Ma sempre p,iù ci si attaccava e di la– sciarla !Ilon aveva ooraggio. Così le liti eramo tre : la madre voleva che la lasciasse, il padre che la ,sposasse, e la Goriziana voleva invece essere libera ,di amdare dove voleva senza troppi sopraicciò: - Sei peggio d'un maTito. Non ti sposerei per tutto l'oro del mondo. - Quando sarà guarita la sposerò - diceva a .suo padre, e alla madre separatamente prometteva il oontrario. La Goriziana, se pur nOIIlera guarita, aveva ripreso U1I1 aspetto florido: Ora era piuttosto grassa che robusta. Mia i fianchi sotto il vestito di Ulnacert•a elegwnza, facevano sem– pre la loro figura. Tra la robustezza ed il falso grasso, da lontano no[l c'è differenza per chi guarda con gli occhi d'i bestia u111a donna che passi. I colori carnevaleschi del vestire, si eramo un tantino in– gentiliti, perché adesso i vestiti glieli co111siglliava la sarta, così : « vesti un· legino pare un regmo )). La Goriziana, agghindata e di moda, poteva dare ad intendere di essere una signorina dri.buOIIla famiglia, a cui non mamcava nemmeno il cappello irn sostituzione deil velo IIlero di prima. Il Maltese sempre più si faceva terreo nel viso, e dimagrava. NOIIlaveva più amici. Tre ocoupazioni fisse: la stalla, la Goriziana, la famiglia. La famiglia per l'ulltima, ma quella con cui doveva contrastare di più. La ,stalla p·roduceva per la famiglia e per la ,Goriziam.a, e la Gori - ziooa inveoo di essere il suo bene, lo ac,coglieva da qualche tempo nel modo di chi è obbligato ad essere gentile per dovere. Il padre msi-steva nel suo dilemma, dopo aver chiesto consiglio al suo confessore, 111ella cornfessione di Pasqua. - Sanare Ulllaposi– zione di scandaloso 00111cubinaggio. Ma anche la madre aveva chiesto consiglio. - Tagliare il mem– bro infetto. Il membro mfetto era quella do111naociache suo figlio avrebbe dovuto abband01I1are. Le co111fessionidi Pasqua, invooe della pace avevamo riaoceso le baruffe in famiglia: - Lasciatemi stare, per 11'amoridi Dio! La Go– riziana è peggiorata e sta male. Con questa trovata disperata, con questa invocata bugia, aveva ottenuto u111a sosta il giomo di Pasqua, 111ell'oradel desinare. La madre !Ilel mangiare l'uovo benedetto diiceva tra sé: - Mio Dio! mettici le tue m3Jlli sante .... E al padre venne l'idea di rompere il ghiaccio e di andare a tro– var.e questa povera donna ammalata, se tanto sarebbe dovuta diven– tare la sua 111uora. BibliotecaGino Bianco

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