Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

706 L. Ronga sia andato perduto e per un po' ci ,si rallegra che ancora esista u!Il'antica tradizione di cortesia che li spinge 3J. posto di cui son degni, vicino ai gooii delle altre arti. Ma poi soffriamo di questa distratta oompitezza; non vogliamo più questo inchino d'obbli&·o, queste manifestazioni vuote di fervore, improntate ,ad una troppo stilizzata reverenza. Fiamme ham da essere, e non oc,casionali ba– gliori al magnesio per celebrazioni ufficiali, quelle che devono irra– diare dalla civiltà musicale italiana: da esse dobbiamo attingere il calOll'e necessario alla nostra azione di musicisti, creatori o in– terpreti 111ellaluce della storia. Gli sforzi tenaci di ·alcU!Ili studiosi i~liani ha!Illllodia un ven– tennio migliorato le condizioni degli studi :storici musicali, è dove– roso riconoscerlo: ma poiché a loro è venuto mooo l'aiuto dello Stato, degli editori o semplicemente dei mecenati, il migilioraimento non ha potuto estendersi come era 111ei desidéri di quanti guardia– vano oon occhio trepido la coraggiosa azione di quei pochi. L'asso– luta e gravissima condizione di inferiorità della nostra cultura mUJsicale è data, anoora ,e sempre, daHa manoanza di una pubbl-i– cazio111e storica ed organica dei cla,ssici. Fi1110hé ,questa graindle ne– cessità non verrà riconosciuta non si potrà parlare di effettiva ri– nascita della coscienza storica della musica italiana. La quale, già tante vollte s'è detto e ripetuto, non deve piiù essere im.certa rispetto a quella, Oll'gogliosaimente vigilata é nutrita, delle altre nazioni. La Germania, com'è noto, vien prima con la sua formidabile organizzazione pratica e scientifica. .L' insegnamento della storia della musica, aggregato alla facoltà di filosofia, è entrato oggi im. u111a trentina di scuole di alta cultura, fra università e istituti di ·stud[ superiori. E si badi che per le città più importanti e per i centri in cui è nobile e antica la tradizione degli studi si può par– lare di vere e prop,rie facoltà musiooli, aooortamente sistemate oon diverse~ cattedre, con il loro « semim.ario)), con la loro biblioteca e con ,quei corsi di esercitazioni storiche, paJleogrnfiche e tecniche che sono la più utile e fec-onda integrazione degli insegnamenti pri111- cip,ali. Con eguale struttura seguono gli istituti di altri paesi di lingua tedesca, cosicché l'Austria e, la Svizzera portano contributi non meno preziosi all'indagine musicologica europea. Da tempo, in Germania e in Austria, i classici nazionali antichi e moderni sono stati pubblicati in ed'iziooi critiche di .severa esattezza scientifica che hanno fornito U!Ilvastissimo materiale di !Studio e di esecuzione agli istituti dii.cultura ed arte. Né questa attività si è ristretta ai classici nazionali; le opere di aku111ifra i grandi musicisti stM1I1ieri hanno avuto riedizioni ,superbe, per iniziativa quasi esclusivamente tedesca: il nostro Palestr·Lna, i fiamminghi Obrecht, Orlando di Lasso e Jan Pieter Sweelinck, lo spagnuolo Tommaso Ludovico da Biblioteca Gino Bianco

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