Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

686 R. Bacchelli grandiosa e squisita im.che la plebe tien le zoppine in fatto d'amore. La piccola foilla la segue con occhio cupidlo e sorridente, mentre lei arranea, tutt'altro che sgraziata, nello scein.dere, fra comp1limenti salaci. I pescatori c-0ntim.uamoa pescare foglie morte. NEVICATA. La neve, cadendo folta e repentina per tutta la notte, ha arre– stato il traffico e restituita all'aria, sopra i .soffici tetti, la v-0ee delle campane, alla str31da le voci umame. E continua a faJlde lar– ghe in aria senza rigore, neve u,mida e :pesamte, sulla città fumosa. Nera fra ta1I1tobiancore, l'acqua del Tombone la riceve. L'oc– chio cerca sull'acqua, abituato colla pioggia, il segino delila neve che vi cade. Non fa segno, non orma, non la più lieve, lllemmeno un brivido. Sull'acqua si squaglia, alllzi pare che la lisd. come una carezza. Immobille sotto la piog,gia silenziosissima della neve, l'acqua diventa col ve1J1irdella sera sempr,e più cupa; e già pareva nera a mezzogiorno, che all'ora del tramonto non ha am.oor finito d'im.– cupire. Allora la neve ha smesso, e come s'è aperto qualche lembo di cielo, una fosca dolcez:za azzurra s'è addensata sul camdore della terra neilla notte imminente. L'ASCIUTTA. Si fa due volte l'anno, per le pulizie. Nel Tombone l'acqua fa deposito abbondante di fango. Innamzi che vi· scendam.o gli operai colle carriole e i badili, il pantamo ha da rassodare un poco. Vi luccioono al sole pozzanghere luride e quegili oggetti di rifiuto che si ,potrebbero chiamare le vergogne del fondo. I primi a tentare il rass-odarsi del limo e a tracciarvi sentieri sono i ragazzi. Cercano, esplorano, oon felicità grande e di poche parole. I pUJssanti li guardano e li im.tendono : ridiventamo per un istante ragazzi. Ogini giorno questi si fanno più numerosi e più im.traprendenti, finché una mattina compaiono gli operai, e il !limo i3Jllmonticchiato sulle rive imbianca, asciu,gandosi, del color di livida creta. S.e i carrettieri non ,son lesti a ,portarlo via, i ragazzi si dividono in schiere e in partiti, e avvengono grandli battaglie a colpi di zolle, e grandi fughe al oomp,arire delle guardie civiche. lil fondo dà odore. È un sito luteo di palude, funereo e 8/foso, che tenta la memoria viziosamente. A me rammenta Venezia e le ·valli deil Bolognese, ricche di selvaggina; mi raimmenta anche l'odore morto delle pietre del Carso nelle estati di guerra, dopo le battaglie. Ma l'•acqua è tornata, e che sia ila benvenuta; l'acqua noo si BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy