Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
672 S. Benco invade il campo narrativo, per morale a porte aperte e quasi spre– giudicata. Tuttavia egli adora il 1Mamzoni : lo studio e la presenza di lui 1J1el suo spirito sono evidenti : ci imbattiamo nelle Confessioni ste·sse, a quando a qurundo, in formulazio1J1i manzoniane .del pen– siero, in accenti di persuasione manzoniana, irn echeggiamenti ite .. rati dei pochi ma celebri momenti lirici dei Promessi Sposi : tutte cose che vogliorno dire l'immanenza del grande esemplare molto più che le somiglianze ei.terne di acce<;~ori e di situazioni. -Ma fuori di questo v'è tutto UIJl mondo che non è del Manzoni: nel quale entrano certamente anche impressiolili letterarie che non hamno a vedere con lui: che fece paragonare le Confessioni colil au– tori coi quali il Manz,onl IIl.On fu paragornato mai: quel meraviglioso mondo, complleto, organico, posseduto e respirato 1I1ellaprofo1I1dità e nella vastità, nello .spazio e nel tempo, che s'è formato con rapido addensamento IIlel cervello del Nievo. Con quali autori, com quali libri, non furono le Confessioni paragonate ? Gol Guglielmo Meister di Goethe, coi Miserabili d'Hugo, con ll'Éducation sentimentale di Flaubert, con La g-uerra e la pace di Tolstoi; e il Bacchellli vi aggiunge Gogol, e io dirò che ogmi qualvolta ebbi a ritornare nella immaginosa realtà della cucina di Fratta e d~i suoi abitatori, giu– bilai che esistesse nn Balzac italiano. « Homère de Ralzac >> dic~va Wagner. :È una schiera di principi delle letterature moderne quella che si chiama a confronto, e alcurni sono addirittura posteriori al Nievo, almeno per l'opera memorata, quasi egli ne preoorresse l'av– vento; e sebbene la citazione di tamti autori e così diversi, basti ad ammonire della natura largamente generica di taJli acoostamenti, ne resta pure attestata la potenza d'impressioni molteplici per le quali l'ammirazione òel lettore fu eccitata a cercare i suoi pari tra i più alti e più degni. L'ardimento, che ad altri parve stupefacernte, in giovane di ven– tisei anni, d'aver assunto intrapresa co.si vasta come le Confes– sioni) IIl.Onmi cagiona sorpresa, 1J1é il tempo breve che gli bastò a compiere l'opera in un getto sollo. Gli uomini del Milleottocento– cinqnamta affrontavano le ampie inquadrature come una rnecessità delle loro concezioni epico-storiche. Dickens, due o tre volumi per ogni roma1J1zo;Victor Hugo, i Miser0ibili; Wagner, la Tetralogia: e non molto più tempo ci metteva Dièkerns in quegli anni a scrivere il David Copperfield che no:n il Nievo le Confessioni. P.otenti cer– velli immaginosi: né si .sgomentano d'espandersi, né d'iffidano della .parola che rnasce dalla continuità stessa dell'immaginare. Il Nievo seguiva la legge di questi potenti cervelli, incalzato dnl proprio vigor giovanile, dal proprio attivo impeto, dall'abbondlamza delle cose éhe voleva fare e da quelle che gli nascevano ; le sue stanchezze eraino prolissità, non intorbidamenti. Già in alcu1J1edelle sue poesie la . h ' r1cc ezza del motivo, il rapido irradiarsi e ripercuotersi, è sicuro BibliotecaGino Bianco
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