Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
Ippolito Nievo 671 l Nievo di una di quelle mi!Iluziose perquisizioni interne, oon le quali è riuscita, alu:nenoapparentemente, a impadronirsi di tutto l'arredo cerebrale di tanti autori. Che cosa lesse il Nievo? Fu uomo di molte letture? Ohe cosa pensò dei collltemporanei? A ciò si ri– sponde soltanto in parte, accennando alle influenze che poterono avere su di lui, dop-o i classici dell'umorismo assorbiti nei primi alllllli, la Sand, ·lllovellatrice georgica e romanziera del quad'ro so– dale, il Ruffim.i,tlliodellatore del mazziniano-eroioo nei caratteri, il Oarcamo ·che stemperò il pathos r,omantico lll•eJlla vita moderna delle campagne, la ingegnosa « cootessa contadillla )) del Friuli Oaterillla Percoto, in cui quel paese viveva come anima popolare e 'leggenda, ma anche come palpito e strazio nel Quarantotto italiano: final– mente, per quamto riguarda struttura e dignità della prosa, statica robusta deil periodo, lo .stesso Leopardi. Il Nievo lesse certamente molti più altri, amche se non lettore accanito: dalle estremità del Guerrazzi parve tenerlo lo!Iltano una .sorta di suo aristocratico equi– Hbrio; ma che cosa gli disse Balzac'! Un amico mio, che, sebbene intelligente e tutt'altro che ragazzo, non poteva soffrire i Promessi Sposi) venutegli alfine tra le mani 11e Confessioni di 'Unitaliano) o Confessioni di un ottuagenario) come ancora si chiamavano, quando per la seconda volta fur,01I10 tolte dalla polvere e rimesse su l'altare per merito del Mantovami, esta– ~iato andava esclàmam. do : « Ecco ho trovato i veri Promessi Sposi. Tutte le cose che di quelli si dicono, qui ci sono)). Certamente (.Juesto mio amico usava grave ingin"tizia al Ma{Ilzoni,e tutti sanno {;he Ila vita trapa,ssa nei Promessi Sposi c,on una finezza di tono 1110n raggiunta {Ilédal Nieyo né d::-taltri finora. E potrà parerf, perfi!Ilo stramo che si oonfronti l'opera che, solo nel primo tenerila ferma ed elaborarla, costò cinque anni di vita a un .sottilissimo artista, con quella prorotta in pochi mesi dall'appassiooata vena di un gagliardo gfovane, ebbro del proprio dominio su tanto tema e della felicità di creare. Nondimeno il CO!Ilfronto è quasi irresistibile: non come fra due simm; ma come fra due opposti. I Promessi Sposi sono nella loro nitidezza, omogenf:'ità ed equilibrata distribuzione la misura più recisa di quanto manca al capolavoro del giovane; ma d'altra parte le Confessioni sooo l'ideale misura di quanto nel libro amziamo è deooloraziooe, Hmitaziooe di forze gener,ose della natura e dell'anima umana. L'umanità è nel Nievo meno castigata. più fervida i!Il sé stessa e più fervidamente amata, edl anche più vera; la 1I1aturanon chiusa iJll quadretti, ma continuata indefinita– mente come elemento che avvolge; la storia cammina per tutto un secolo, noo raccO!Ilto, ma natur~ delle anime e loro moto fatale; fra gli uomini e ile doll!Ilecorre potentemente la passione d'amore. Il Nievo sarebbe essenzialmente un antimanzonia!Ilo : per carat– tere fisico, per atteggiamento dinamzi alla vita, per soggettività che BibliotecaQino Bianco
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