Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

Il Cristo corrucciato 663 - E tu? - Io ? Ero innooe1nte, io. Puoi dubitarne ? E fui condanlllato. Non è la ,prima volta che si eo1I1da11ma UIIl uomo per colpe nolll sue : non lo sapevi ? - Ma tu, dico, ti sarai almeno difeso, penso. Avrai chiesto che ti presentassero le prove, avrai grida~o che erano prove false. Dolll Achille mi guardò col sorriso di chi parla còi poveri igno– ramti. - La fal 1 sità, amico mio, cammina per il mo1I1docolll gli abiti della verità; non lo .sapevi? Del resto, i m1e1 superiori avevano, um3/Ilamente parlando, tutte le ra,gioni di credermi colpevole. C'erano fior di prove contro di me. Feci lllOIIl so che faecia, perché l'amico so·rr:i,see soggiu1I1ise: · - Indizi, se vuoi; ma indizi di quelli ohe bisogna essere ben buoni, ben diffidenti per lllOIIl giudicarli prove perfette. Come a ve– ~re sporgere da un muro Ulllaooda di vipera: tutti dfoo1I10 che lì ilil quella fessura c'è una vipera .... È naturale: e chi non dice così o è Ulllgrullo o è Ullluomo mruato di morbosa incredulità. Indizi gravissimi, ti ripeto. Vuoi udirne uno? Le infami lettere v..enivano tutte dalla città, i1JI1postatetutte il giorno C'heci andavo io. - Ma come mai ? - Non so. No1I1 importa. E la scrittura corrispondeva alla, mia oome questo cucchiaio 0orrisponde a questo cucchiaio. Quamdo Molll– signor Vicario mi sciorinò sotto gli occhi Ullla di quelle lettere, restai lì fulmilllato e non seppi dire altre parole che queste: si, è la mia scrittura. · - E ti sei assassinato. - Mi ,sono piegato al mio destilllo. Alla volontà dli Dio. Ohe sa- rebbe servito gridare no, prote,st·are, ragiolllare ? Nemmeno avrei potuto materialmente. La mia lingua era legata. Anzi ti dirò: in quelI'istante, tacere, la.sciarmi schiacciare non mi dava il minimo dolore .... Ma che, dolore! Sentivo una specie di terribile piaeiere. M,a poi.. .. - Poi? ... - Poi, una cosa atroce. Appena fui cacciato dalla parrocchia, le lettere oessarolllo, di colpo. Il povero a.rnico mio mi fissò con due oochi pieni d'un soffrire miserabile; poggiò i gomiti :sulla tavola, si 1I1ascose la faccia tra le mani e si mise a singhiozzare. Ma subito •si staccò le mani dalla fac · eia ridiventata fiera e mi guardò an0ora, 00n un'espressio1I1e di dolore duro che pareva quasi odio e disse: - Perché sei venuto? Ohe cosa rispondere? Rimanemmo a guardarci senz.a dir lllulla, sotto la luce giallognola della larrnpada, udendo quel continuo pro– foodo rombo del fiume, che 1I1ep,purepareva un suono, ma Ullltre– mirto dlell'enorme ·silenzio. Dopo un poco, l'amko si alzò e si mise a BibliotecaGino Bianco

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