Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

650 E. Pistelli Entra a questo pulilto il pedagogo che deve annunziare, oo~e già sappiamo, da parte di Fainòteo, la sorte d'Oreste; e compie l'ufficio suo sen21a preamboli, dando la 1I1otiziatutta d'un oolpo, oome chi sa che a Clitemestra sarà gradita. Ma Clitemestra vuoil sapere i particolairi della morte. E qui abbiamo una lu1I1ganarra– zione del vecchio, che non ha il solo scopo di farci ammirare UIIla splendida descrizione epica, ma, anche nell'economia del dramma, è 1I1ecessaria, a togliere C01I1 l'esattezza dei particolari ogni ~ubbi~ dall'31Il:irrna di Clitemestra. E il pregio essenziale della 1I1arraz1onee appunto l'impressione che ci d'à deil vero. Clitemestra vuol dunque sapere con verità come morì Oreste. E il vecchio : << Venlili a ciò co– mandato e dirò tutto)). Il nunzio aspetta U1I1'esplosionedi gioia da Clitemestra, ma nolil è così. Durante il lungo racconto, quello spet– taoolo così vivo della forte giovinezza d'un suo :figliolo recisa a U!Il tratto l'ha rattristata. l,l pedagogo si è meravigliato: << Son dunque venuto inutiil:moote ? )). E Clitemestra: cc È u1I1a gran oosa es,ser ma– dre ... ! >>. È un momento solo, e si dilegua, ma è um3/Ilo. Che Elettra :non si smentisca mai, neppure con una parola, sta bene : ed ab– biamo detto il perché: ma Clitemestra doveva qui sospirare che l'esser matdre è una gram cosa, benché sia, ilil una d!onna come quella, un'impressione fuggevole. La gioia di sentirsi :finalmente libera da quella coliltinua minaccia del ritorno di Oreste, prende presto so– pravvento e torna all'insu11to, ora più amaro e più crudele 001I1tro Elettra affranta, annientata dal colpo :irrnpensato, e se ne va tran– quilla e sicura col pedag,ogo, che conduce 1I1ellareggia. Elettra resta coil Coro. La m01·te del fratello ha desolat,a l'anima sua, e IIlelcanto lirico che segue non sa che interrompere con gemiti le van,e parole d'i oonforto delle fanciulle del Coro, sicché queste :fini– soono piangendo co1I1 lei. Con vivo contrasto, che nel testo greco è reso anche più evidente dell'accorta collocaz1one delile ultime parole di Elettra e delle prime di Clitemestra, Crisòtemi tutta lieta, d'una letizia quasi infantile, entra correndo, in scena, correndo così che sente il bisogno di scu– sarsi di quella fretta. È la gioia che la fa correre : ha una gran notizia lieta, come nella . sua prima scena IIleaveva una paur,osa; Elettra a fatica s'induce a lasciarla parlare, perché le pare che quasi vaneggi. E Crisòtemi oon quella sua vivacità ingenua, fa il suo ràooo1I1to. È stata, come' sap– piamo, al sepolcro paterno; e, appena giunta, l'ha visto bagnato di latte, -sparso di vivande e ornato di fiori. S'è accostata ha osser– vato più da vici1I10,ed ha scorto alcune ciocche di capelli deposte sul tumulo. Alilora ha preso quelle chiome, le ha strette IIlelle sue mani, ed ha pianto di gioia. Le è parso che Oreste fosse lì davainti ai suoi occhi. Senza dubbio egli è tornato. Chi altri potrebbe avere offerto quei doni sulla tomba del loro padre ? Non sa dire altro. BibliotecaGino Bianco ' ... '· .

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