Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

Latino francese, latino italiano e latino latino secoli fa, darebbe segno di pigrizia, di stasi intellettuale quasi vergo– gnosa. Lingue, tra le moderne indoeuropee, molto conservatrici s'ono le baltiche e le slave : è maggiore il contributo lettone o quello fran– cese alla storia della civiltà europea,? I più tenaci nella fede alla pro– pria infallibilità nella pronuncia della lingua antica sono i Greci d'oggi: io non credo di peccare di vanità nazionale, se metto il mio popolo più su dei Greci moderni. Del resto, a stabilire come i Romani antichi pronunciassero i singoli . suoni, non ci mancano davvero i mezzi. Per la scienza filologica e lin– guistica la controversia particolare che appassiona principalmente, se non unicamente, i miei compagni di viaggio, ogni volta che salgo in ferrovia, se viginti e centum si pronunciassero con g e e gutturale o palatale, non esiste neppure. Tanto poco esiste, che i glottologi chia– mano convenzionalmente lingue del centurn un gruppo di lingue indo– europee, alle quali appartiene il latino, caratterizzato dal non avere palatalizzato dinanzi a, vocale palatale le gutturali originarie. :m vero per altro che io ho conosciuto un glottologo italiano di certa fama, che questo centu.m prohunciava poi, in ossequio alla tradizione, palatale, confondendo così ancor peggio gli scolari! Noi possediamo descri– zioni del suo1;10del c e del g, opera di grammatici romani antichi : essi non distinguono mai due suoni diversi secondo le vocali seguenti, segno certo che conoscevano solo un suono unico, cioè il gutturale. Noi ab– biamo numerose trascrizioni greche di parole latine : il c e il g sono sempre resi con il cappa e il gamma, che, com'-è ben sicuro, erano sem– pre gutturali, non palatali. Antichi imprestiti delle lingue germaniche dal latino ci mostrano ancor pura la gutturale dinanzi a e e i : se cista non fosse stata pronunciata kista, non avremmo in tedesco Kiste. E que– st'imprestiti germanici sono anche più interessanti, perché talvolta ci permettono di cogliere la parola romana in due stadi· successivi, in quello propriamente latino e in quello che preannuncia lo stadio ro– manzo o è forse già identico con esso: cella ha dato prima (con un suffisso) Keller nel senso di cantina, cella vinaria, e parecchi secoli dopo Zelle nel senso di cella del monaco. I Tedeschi hanno amato il vino, importazione di mercanti ambulanti e vivandieri romani, e si sono impratichiti della cantina secoli prima di prender gusto alla vita monastica! A chi dubiti ancora, basterà ricordare che iii un sotto– gruppo, molto cons_ervatore, del dialetto sardo, la c di decem è rimasta ancora gutturale : deghe si dice ancora colà. Ci sarà chi vorrà sostenere che una palatale sia passata in gutturale dinanzi a vocale palatale ? Sarebbe un'eresia fonetica, cioè fisiologica. Rimasta, non passata. Si può saper molto più : si sa che le gutturali erano pronunciate gutturali anche dinanzi a u; che l'u. di monumentU?n e l'i di optimus èrano un suono solo, un suono medio tra l'i e l'u; che i dittonghi ae e oe erano in età classica pronunciati ancora aperti (né altrimenti si spiegherebbe il Kaiser dei Tedeschi da Caesar) ; che è ingiustificato per l'età classica pronunciare z la t dinanzi a i più vocale, come· usa pur sempre da noi. .Si sa anche che l'o e l'u almeno sotto accento erano pro– nunciati larghi se brevi, stretti se lunghi; e si sa anche, per merito di un filologo romanzo di Firenze, Pio Rajna, che la consuetudine di pronun- 81bliotecaGino Bianco

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