Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
724 E. Pea Era, runche Slodre, un fanatico di principi e sui principi [10Jl vo– leva scherzare. Io andav,o acquistam.do la mia libertà, ed esageravo. Slodre i1I1vece rimaneva inceppato, mi seguiva fino ·ad un certo punto, ma poi re– stava in dubbio che io avessi torto. Invidiava soltanto la mia im– prontitudrine nell'arruffart> la veglia. Intam.to Giuda andava compilando un testamento, aiutato da Giuda Dabbak e dJal Dottore della Partita. E quando il testamento fu stillato chiaramente da quei tre pensatori, v•en1I1e letto e com– mentato. L'assemblea lo approvò senza discussione. Poi cominciò, il testamento, a circolare nello stanzolile per la firma di tutti. Qual– cuno avrebbe potuto morire nella inottata, era urgente firmarlo subito. - Qurunta fretta - dicevo io - per voler essere bruciati. Firmò Bilbao, con il suo nome, oog1nome e soprannome. Firmò Edmondo Slodre, OOIIl una-calligrafia piocòla tonda e graziosamente femminea, ,quasi tremante dall'emozione di compiere U1I1 atto grave. Passò il foglio a me. - Io non firmo. Non voglio essere bruciato dopo morto. Altro scandalo nello •stam.zone. - Ma tu hai contribuito al fond'o. - .Sì, per bruciare voialtri. Allora Bilbao m'ingiuriò nel suono di tre dialetti. - Vedi quanto seì ingrato - dicevo io: - Ho contribuito alla tua felicità, io che IIlOnvoglio essere bruciato, aiuto la macchina che brucerà te, e tu mi offendi. - Riprenditi il tuo mezzo tallero - gridava Bilbao. - Se io riprendo il mio mezzo tallero, i denari 1I1onsaram.no, più trenta. XI. Dove· erano I'o:fficine dell'àustriaco Giovanni Slodre, ora sorn> villette signorili. Si è formata nel qocivia una piazza che porta il nome d~l mio grande co1I1terram.eo.La ,piazzetta ha nello sfondo la facciata del museo; dalla parte di lev,ante si va nella via dei signori, e dalla parte di ponente viene la brezza del mare, l'odore del salso, e il rosso dei tramonti tutti faville. Qui erano orti mal recinti da muri dJi pietra arenaria; pietra,, giallognola che sì taglia con il coltello, tanto •è tenera, e quando sta al sole, senza intonaco; si sgragfola come lo zucchero, e se ci passa ,sl!il vento, questi muri spolverano la .propria corrosione. Oosì BibliotecaGino Bianco
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