Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929
G: , Perrotta · chino prn su : cioè al regno così letterario e così poco poetico dei fi0ri, degli uecel!li, degli am-0riin.i,.che dopo H seooIBo XV,IU n~m piace più a nessuno. · , . · • È inutile dire 'clie il lettore avrebbe torto. LIAntologia FaTl!l,tillUL · contiene 3700 epigrammi, più di 22000 versi, dìcia.ssette secoli di po,esia, e sia pure di poesi.a, in toin,o minore. :B: naturale che trru le decilile e decine ài nomi che si succedonq sooza tregua n,eBa jp~'Ù esites;a Antologia del mondo, ci sia qualche grande poeta, e ci siano, poi,,, parecchi p,peti di ,seeorndi'or,diine,molti buoni vers;eggiatoill'i,· e ii1i1fì1n;e molti cattivi verseggiatori. Il peggio è questo: che .in nessun geinere ·,, di p,oesia è oos:ì!diffi.ieile (tolto il caso estremo, s'intende, dei cattivi 1 verseggiatori) distinguere il poeta vero dal poeta di second'ordme o. dall'a:bile artefice di ver,si. Non soltanto un ooniuine lett-ore di lH10.1U gusto, ma anche 11n critico che, l' Antològia, l'abbia, letta e rile~ta e ·studiata, si trova ~Il grande imbarazzo. Basta scorrere, per coin– vincersene, qu,M1to è stato scritto sui poeti più celebri. Oalli:onaco, ,, per alcuni, è un poeta inoomparabile; per altri, 'ùn verseggiatore · ;raffinato, cl!te sa far del1o spirito, quando ci riesce. Per aktilllili, sa mascherare la sua passione -più intima con FirOIIlia superiore d'lll– l'uomo rnqderno; per a1'tri, non ha bisogno dì' mascherar nuUa, perché non sente nulla. Così ,Asclepiade è, per qualche critico, lm'anima ehe sente l'amore con tutte le sue gioie, i suoi turbamenti, le sue delusioni, le· SUf disperazioni, e che, disgùstata della· vita, tutta affonda nella sua pa,ssio:ne come per trovarvi la sua pace, Ma per un altro critico quegli amo;ri, quelle tenerezw, quel1e malillil,: ®OÌID.ie noh andrelYbero prese troppo sul serio,· pere,hé non sarebqero altr o ' cb.e ,un trastullo creato dal poet.a a s,ervizio dell'ili1;Jit1aginazi@ne., ,' Qosì Leonida di Taramto per un critico italiano eminente è il più graIDd~ degli èpigrammafo,ti d,el III seeolo; per ill fifo1ogo teGliesoo che lo ha 'studiato più di proposito, è un poetastro. E si potrel:>be– p'P@seglilire : C,0SÌ è per Nfol~agr0, così p,er gli altri ; IlOJil e' è un poetai su cui ci sia un certo accordo. Il lettore ingenuo~ che .arma le idee ' , i eb.iaire, de-ve ,seintìrsi d,ispeir31to. Ma bisogna proprio proclamare i} , naufragio della critica, nel mare ililsidioso della Pa!latina? · ' fo realtà, giudie~re è sempre difficile; lllOIIl è mara,;viglia ch:e qlia:Ì– che v,0lta, sia enor,memente diffidle, oome n,el caso di l;JJU~sft.i ; eFt'ibii1ii epi,grammatisti. Una diffi0oltà grav~ è la brevità >Stessa, c;I:te· è '\llllO dei canoni più seguiti, uioà delle finezze delil.'rurte, C0IDe ci afil,]]'il:(ì)– nisce Cirillo: - ' :! ' ' ., V'm@i ]'epigralilllma ;perfetto ? ,u]l disticii> so~o: i. tre, verii!i se tu var(;:hi, un poema, non l'epigramma scrivi' 1). ,-,- --~-~--- ,, ' 1 ) Questa traduzione, eome le altre in versi, è tolta dal bel volume di 1Drr0RE' BmNONE, L'e.pigramma grec@, {l'è bis@gno di lflire ·elile i!L E\',ig:n0ne, è t1NaKiLuut,t!:lil'e f i!i!l1s.! , .simo' ed el()garntJsSimo di q,uesta. d'i'filcUe l)(D(')Sta ? Pocb.e volte i pooti greci 1la:m1& tr?'va:to i.ntel'])r~ti cosl ,congeniali. -AIDone,H_sa:gg~@ crUie1') è ~ceH(rnte. · Bibti6tec,a Gino Bianco
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