Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929

530 citàre i ver~i, tirar fuori da mille e mille qnei tre o quattro p;rn. cipii lirici che quasi solo io credevo di d0oi!.'.dlaree a:n,NtPe cosi,· lll~ili\ è una gioia che capiti spesso. E sarei contento di provada aneora in altri modi. , Lei mi parla di un poco di esaurimento. Ma questo non dovrebbe impedirle di far qualche eiosa sulla Vooe: pamgra:fiì brevi!, magrori! impressioni di ,qualche lettura pr-ess'a poco n,ella for:mi~ degli am:– nunzi di libreria, che del resto so1I10 una del1leparti più interessanti dlel quadernetto; invece di Boine, De R.; o anche ,senza il IIHilme. · Sarebbe Ulllpassatemp,o non grave,, anzi utile, un mnododi d:ise,@rrere con sé stesso è coi suoi amici, che le farebbe del booe. Io penso a quello che lei farà in avvooire, CO[l una certa cu - riosità (oltre l'a.ffezione) : che m'int,eressa da vicino più che OPa~ non mi spfoghi. Ma ci tornerò sopra, quando ci vedremo. Presto. S•e 1~ stagio[le si mette àl buo1no, dentro .la .settimana ventura, mer ooledi o giovedì, sarò a Firem.ze. So[l p,oc'ò aillenato, con queste : i settimane di pioggia; ;i_;1,1à, non voglio tardare _più.oltre, La ri[lgra,zfo ,del: Fi11,me che mi mamdò : ho ritvovato ainche La. m-ià strada : SO[l•O cose -stupeùde; ma questo Pa,pini è U[lO c,rnn cni no[l credo di aver terminato co,si. presto. Intamt9 SO[lcontento di averlo conosciuto. Ritroverò anche lui a Firelllz.e. E verrò a casa sua, e apriremo il b aule dov'è il m.3JI10scritto delle mille pagine, e le racoonterò tam.te cose che ho fatto e pensato. in questi giorl).i, e c:h,e lil.O[l impo rtamo n;1.,olfo .una per una : lil'il'a hamno qualche legame ,c,ori quei dp.e .giorni fiorenti[li delll'Aprile, che pare proprio vogliano significare qualche cosa nella mia· vita. Non amdiamo a trovar le pavole grandi, che non 'mi pia-ceiono . tra amici. A Carlo Linati; G'esena, 7 a~esto l:9.14. È U[l·pezzo che questa letteta voleva esserle scritta; da quando ricevetti i suoi volumi al c ampo ; d!ove mi era faciO:eleggerli per– quiei lunglil.ipomeriggi ,di rip ,o.so ,.mentre l'omhra calante dalle :m,0n– tagne .sile1I1.ziose pareva che assr orbi$se via dalle !membra scio1te e dalle pupille vaghe tutto il sole e ill ~ciore e la polvere della,_gioi< ..nata di marda, e tutti i sensi si allèggerivaino:e si apriv~o oo,me B (i;ieiL0 [lena rtrasparem,a del c:rèph1se;ofoMhevitl.t©di hrce e òi:iJ ve:r,de 1 . e anche 1e imaginI e le semsazioni trovate oosì quieta;mente suJlla,pa– .gina si muovevano e si coofondevano 001I1 quella pienezza di pro– fumi ,e di S:,J\poree di oolori risorgetNti dlopo il !Ji)eso -moilll:oito!l'1o ([ern gi<i>rno al freseo della sera, eon l'llii seuo pro{oip,ÒO di vita; ma .S(i;il.'Ì– vere p,areva 0peraziooe cosi lo1I1tanae difficile! Cosi ho indugiato .. Ed ecco stamatti[la son costretto a scrivere iÌiil. fretta ques,ta, fai- ,. Biblioteca, Gino Bianco

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