Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929

Lettere agli amici 521 gione di scrivere, che-era in me bisogino di rappresentare schietto un momento, solo e vivo del mio animo. E anc,he l'iwperfozfom.e e i dif,etti s0no una parte naturale di ciò che è v:ivo, condizione perché dNri e divernti miglioiI'e., , , 'Fiu,ttiawtirru, .senza_pil?e~ erm.de[ 'e èti esaa;ir:i!F r1yiila, lli':rurtfool•o rl!ve1lato Sill!IDlé b>@z~mi sd: era è@Trett•@ il'lieB:ru ,m,emtt~, vreden:do irusieme Te rag:fotni ehe l' ~;vevmn•o fatuo nas~e,re questa, estate, e i loro limitt. Avevo pMsato non di cambiare, ma di Iuggiungere. M:a ero impedito dall'illlfluenza e Prezzolini aveva fretta; quelle poche righe che Ella vedrà fors~ mel quaderno sotto il titolo di retractatio mostrano solo il punto a cui io volevo riuscire. Fra qualche giorno Le manderò alcune carteille che ho promesso a. Oarllini _ in tornò ai Testi di filosofia ~r i LioeL fo quamto al lavoro io aiuterò molto volieintieri Carlini in quel che m'appartiene,; soo oonte!Ilto ,di far,e,.quakhe cosa per l'a~ioo e per uiia opera che mi sembtr:ru ,molt,.o ®tlO!lllia. - Qìl'l!akhe o©sa,, ma assai p.oco; p 1 ereih€);wiù •IlOl!l ifil•©ss.o. fo ;nol'Llllio Ul'Lapreparazione :IÌlosp,fi:cache hasti :n:eamche a un lavoro comè questo; che sarà modesto, ,ma vuol pu:r esser se:rio. Aggiu!llgendo che se dovessi occuparmi di certe questi()(Ili, anche aJlla sfuggita, n,O111 avrei più pace finché non le avessi studiate veramente e com– prese, bene o male. E inveoe in ,questi anni mi par d'esser chiamato a fare o a ten– tare qualche cosa aJtra, che m'importa più· di tutte. A Luig'Ì Ambrosin-i. ' Eh1arrdavo ie,ri al cuni,l!llo dei voll!limi -òt O:ria;!ilii · presi, da Bru– ginoli : il loro sornno sul tavolino ci costa tre lire e mezzo il me-se, già da, parocclrio tempo. Non sarà ora di: restitmirli, salvo il ri– prenderlli illlsieme col lavoro ? A meno che tu non abbia voglia dt liberarti subito; ma non credo. E 111-erunche io forse potrei. Non 1 ·ho mai oono.sciuto tuna stagione più brutta. Passo metà del mio tempo a rimasticare l'ignominia del lavoro che faccio; e l'altra metà a vergognarmi perché non llle fa,ecio abbastanza. Intrunt<;>lç1, Nloso:fia illon va innoozi, ,e il dispetto creSOl!l.Se esco da questo im.– ib['oglliio·r,ofilP,@iL'è> tl!l'ttihe le ['efaJzior.iie tntte le a.rmic~zie1ettiera;i;,:i;(:1, ,elllliem'lil:al'Lin@ t·;ralilirn'tt-o eo:isiì.V,ogli@ esser ,s,©i@, e sermza vtin_-l'Ji@U fi1li>mt · flìL>eSSillJilO al moiitdo : eorTegg,er fe bozze d'eii tn0i seF!itti, se IDe ne . ma1I1di, legger del greoo, e fare dei yersi: e00O quello che farò. E Grooe nòn do;vrà, pià sapere neamche dove io ·sia. E anche questo povero Carlini, se posso aiutarlo oggi a rimettersi in careggiata, priillla di aver mie notizie .... Scrivimi tu presto. BibliotecaGino Bianco

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