Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929

t 616 P. Pancrazi I I ' ria, - la più. alta passione, il carattere pià certo del secolo, ~ e(i);me nessun altro scrittore italiano del temp0 .. Nessuno scrittore, d'allora, i:asomma, plilò vaJ/l,tare tanta ricchezza di passio1w, tanta varietà di aispei\ti, in tanta e c@sil!1irr!Ì!dlil:e~bUe aBità di sp!i.triti e cl.itel;litJl)erameot@. Nessnlil:o (!JU:alillto hÌi p@tè apparenitè·mente col!ltra,ddirsi e il'lega11s!i., ma :nemmeno a l'ln pedaBte verrebbe in mente di r:illevar:ne le c@Dtraddi-: zioni è le negazioni; tanto a ognuno è presente ~a drammaticità dialet– .tica del suo temperamento che, arricchendosi, si ritro;va e si ripete inesorabile attrarversò - ogni avveE:tura. . . E se il ripetersi di questi contrasti può dare a volte (ìfUasi un so– spetto di compiaèenza è come una parvenza di scenogrrufia, basta acco– stare più da vicino l'u.omo e in lui si scopròno gli accenti di i;tlil'in– . timità. dolorosa, un suscettibile pudore, in che è la pià riposta poesia, quasi l'.umano sf;lgreto, di Oriaili. C'è una pagina al'!tobiografica di hd che poeb.ì ricordano, e che tuttavia sanguina. « Bisogna aver avl'!t.0, dua dj, qUJe1]e ,~ ai<ilri C'l1eci rimangono ;per sem;ptre ;nell'a:nima: eome mii.· coltello in u.na ferita, per essere stato iRfeliee da barnbino, (ìf1Ùam€1@ ru lil: si capisce, ancor a, o aver gridato nell'agonia verso l'ultima sorella sen– tendo nella sua indifferenza un silenzio di cosa, per sapere come l'inu– tilità di liln lamento divenga talora la più •ineffabile delle torture; bisogna,, aver daito la propria anima ad una donna senza poterla più, riprendere, perché diventata una sozzura, per conoscere davvero che cosa vi sia nello 'spasimo di una degradazione : bisogna essere un eroe e non. ,Poter nul1a fare, essere un genio e Ron poter nulla dire, av-er chiesto tutto alla vita e, incontrando la morte, non aver più da affi.– darle né un rimpianto né una speranza, per vantarsi di risorger.e come un figlio dell'Uomo in tutti i secoli dentro il segno con,solatore di una J;>asq,lJl!à. >>, Eec@ che·.,djetr@ l'. amò~zio[)Je à'el pelillsato!l'e, geme il lilili>lli@l':fif dell'UJOmo., •. . ·Perciò il capolavoro di Oriani non è questo o quel libro 'suo ; ma il capolavoro è lui stesso, Oriani, con ·tutta la vita saa e il pensiero e l'arte. ABche in ciò egli richiama piuttosto gli scrittori e i peil!lsatori del primo Ottocento, che mescolavano romanticamente l'arte e la vita, il fare e il peBsare. Nonostante la differente versatilità, e i contrasti del pensiero fìlosofiìco e la ~sorte imposta dai tempi diversi, il su<;> tem– perall!lento è più vi ci'l!l.oal profetico Mazzini,• al mitico Ferrari deile rivollilzioni, @ppù.re (ad onta del positivismo di quello e dell'idealismo " · suo) ~l Cattan eo at tratto e inetto all'azione, indagatQre infaticabile;, · più.' v;i,ernoa costoro ~lileBo;ma gli s torici, ai letterati, agli seri!tt'ori, bed~ dameDte <i}!Ì!fil'<el''e;!\l,z~arMi e seii:e'l !l.rt: ifici de[ u~mJ;><!l s'l l!ò.~e rn'~d'il!lè'aizfu@[]Je ~~:trte– ra;rià e la. poteim:li!cano'lil li av esse divisi, .si :pell!sa cìile solo il ca~d'Uicci l'avrebbe riconosciu1to. E la stessa sua prosa storica nei passi migliori . aspirava pia.t-:tosto all'eloquente !l}agnificenza del- Gioberti, che ROB ~. ripetere g'li' schemi e la pia,.ttezza degli storici positivisti del te:mJ_!)o. Una prosa, la sua, che accennava, illlil minava, sba,lzava le :idee e i fatti meglio che non li esponesse; e coi sa.oi stessi vizii d'imprecisione e di ahbom– da;nza, con quel più d'enfas i che raramemte 1'wbband<naava creava il'l– torno a'll@scrittore ;a:n'aria ,di passione e, di pelilsi!e,110, d'i11~l!lfil'iiciel'lza ~ di tormento, che era come l'aareola: di Oriaini.... , BibliotecaGìno Biaoco

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