Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929

Lettera - a Massimo Bowtempelli 613 Dicevo: Vita intensa comincia col ricordare al lettore che correva il primo 'anno dopo la guerra, aRzi ,del Dopoguerra, cioè d'un'epoc~ d efin ita che ormai ha questo nome nella storia morale e politica. Anar– ~ b.ia e ti»qaiettt<lilllie;, insomma staJilc'.hezza. Fu.ro:f!l,@ g~ iian.mi. in. eni l'mna– n.iitàiridiì!l!litae mrn!;lsan:g0a/ta, e01Ji)ita da li'.R'lilogu,atè. aceasc1ame'lln@, s!Ì! seiiLM, ])er p@c@, (!)10:(!)0 twn.,to, (!}ffl!iieil, U.!Èl!!Ì!ta l l!el1a, miseria, J!):ei~0 sh[Il).9!1)e , '!lilelvaf!!eg– gi! amen.to: u.na eGrsia d'ospedale, colii.le grige fil:n:estreapeFte s'l!JH'ass@--· luto poiché i l r elativo ci avèva tutti t raditi.· Ma a lanciare lo sguardo .e le speranze in quell"assoluto, i miraggi erano anche più fallaci. Soi.. tanto si ricadeva da più alto, ché, salvo i credenti, nessuno aveva tro-· vato anche lassù qualcosa cui afferrarsi. Di quelli anni e dello stato, .allora, degli animi i tuoi libri restera:rrno I'in.dice sicuro e lo specchio fedelissimo. Nemmeno l'amore, in cui disperati si rifugiavano un secolo fa, in tempi quasi simili, i romantici. Nei tuoi casti racconti l'am@re infatti è solo u.n~ curiosità, -UJil iNcontro poco più che astrale, l'urto dei du.e poli elett'L':Ì!e;i tra scin.tille di bei colori. Niente da.diil'e; e NieJillteda Ji>afo•e,taRt@ <lloiJ!10 gli spasimi i !l'lervi'e'L'alil!o att,mtiti; e n!Ì!ente (la g@ljl~Fe, per (ifl!J,aJlilte s Jile iJ)lven.tll!sse il'ò, eilil.é a:nehè -~•immagisnaz!Ì!o!l!le om,ev-a esser logora se s'alil!dò a eniedeil'e sen.za· vergogria ·.:novità' per,:fil.noai poveri negri. Così non si poteva durare, né l'umanità né i poeti i quali pure nelle -0re buone sempre s'illudono d'essere più su dell'umanità. Ed è venuto Il figlio di due madri: su una trama inverosimile che con arte consu– mata riesci a_ presentare per verosimile, tu, .finora pi,ira intelligenza, ' senza nessùn carico, nell';:i,rte, -di affetti,- ricami addirittura le vicende ,del più vero e concreto tra gli affetti umani, dell'amor materno: un .affetto·con cui nemmeno tu puoi ·scherzare se per.concludere·il racconto 11JJila delle d.ùe_madri s'accide. O:he è avven.lil!todm1que nèl .mondo ? .Che -esso lita !P!Ì!©0ml!lil!l!@iatii@ a C!Ped:erea]]a realtà esterl!l!a, a~1a,reaità ,di qMelill0 cb:e i] se'l!1soe i1 seJilUmento gH r!i!velaJilod'eilm@:l!l!GO es1le1·n.0 ; e se a[]''ilil,. · teHigen.za, c@ffle solo modo per eonoscedo, non. b:anJilo rieomi:ncirnto a credere che pochi poeti per orgoglio e pochi scien:ziati per :aeeessità, :alla volontà, come· modo per possederlo e' per :mutarlo, sono tornati à -credere i più : che è il segno- della ristabilita salute. Tu, mutevole, sottile é sagace, hai subito fatto un primo passo verso -questa rinnovata certezza : non per servire la moda, ma perché sin.,, -eeramente ti muti quando la società attorno, si muta e per questo ti chiami .« 900 » e magari « 2000. ii M a sei ancora sospeso a. mezz'aria. Voglio dire che i sentimenti dei tu.oi personaggi ancora aon t'investono e Il!ORti coiJililmlil!o:v:@:n@. Li descrivi, ma seml!ira che_non. ci cred!i,; che li .sogjlil.!i, ma sl!lJ(i)J!J, ~i ~(!)<Wlili. i!Elssis@lil!O sempre pe"" te u!n' fattG della itmn im– magiJilazi@iliìe, n,~ de!~a 't•lil!a seDsi!)iit1tà, ~cd es;Ji>N!iejjj_za. :Nel 'di!al@g(!)®~a Arianna e Lucialll'a, tra le du.e madri, che è il p,mnto C:ru.cia,lede~ ro– manzo, si colgono i primi schianti dei tu0 disgelo; ma il tema favoloso -ti respinge ogni tanto nella letteratura (« - Io l'ho sentito crescere, giorno per giorno, come .una piccola pianta preziosa che mette le fo– glie .... »), o nell'ass11rdo (« - Lei n@n l'ha visto morire»). Tu soccorri ,abilissimo, provandoti a ricreare l'ari1:1,del miracolo, e la cu.riosità -del lettore ancora ti segue obbediente,, ma non la -commozione.· È che tu BibliotecaGino.Bianco·

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