Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929
6QO E. Pea \ ., . Ma che cosa intende di dire Giudà eon ~U!este;p,a:role? Dun~tte il sacrificio della vita è senza premio ? E l'idea resta .perché sia rac– colta da allt:rtie si perpetui; e a fine di che, tutto quesito ? Ma c,ome si può vivere senza sperMJ.za ? Sooza speranza di nulla ? Tutto q_;uie– sto affamino gerter?l, uin disperato nulla, e il nulla che sarà mai? C'era nella mia eoscìe~_za un 11ib0Tlimento <!lidubbi itm.terrrog~,tivia me stesso. Il des~derio di 'capire, e l'impossibilità di acq1:1ietarsi i<n uina certezza. Mi affaticavo, per entrare nell'ordine delle idee d1e sembravamo naturali lì a tutti, come -paturale è ai pesci .vive;re sot- · t'acqua. Soltanto io, pesce fuor d'acqua, respira;vq male, in questa Ba;rac,ca Rossa, e ffillisforzavo aill'ia1dattamooto. ·Portavo oon m 1 e le impr,essioni della serata, e 00n quelle ;im– pressioni mi addormentavo a stento, e spesso u1Il.'a parola, llll1 g,e,s•to, un':iodea, mi restava inchiodata nel. cervello ;per isettima:rie e ~r mesi, i111otta l'id!ea lllùova con un'idea opposta chw noin v-o•leva. es– sere scae,eiat•a dall'anima mia. Ma di.i sa;rà, dei nostd, rim~sto inabissato nel mare, pernsaii, rimasto ,solo qnella sera? Ohi :sarà d'ei · nostri? E l'idea :si fis-sò sul mio ex-padro111e,e mi faceva paura ri: · cordarlo col soprannome di Diavolo, adesso che era trapassato. Se Giuda avesse s·aputo lia ,mia paura per i morti, se mi avesse potuto immaginare ancora così pieno di pregiudizi,. dopo ta;nti mesi di convivoozà e di lezfoni raziòina1istiche, .· .mi ·avrebbe gF1~to sNl :ri:mso: - D1mò d'un 00ntadino, bisognerà rfoomincìare da capo .. Dunque 1110n ero, frutto di 31llucinazione, p;ensaì, quella ser:a che vidi il ,mio ex-poor0111earrotare i coltelli nel r,etrostrunza della; ba– racca. ·No111 è stata allucinazione la parten~a. del ,mio ex-padr~ne che non ho veduto più ritornia:r,e. Ora, la sua casa ':resterà per s~m– pr,e in balì-a del èfaordill'l.e, tra la vedova graJssa;, Giuda e H 1?•2u• 0 herino. ·.-Chi può essere quel qurulculll.odei nostri? :m di 111uovomi rkQn– vincevo che Giuda fosse u111 uomo straordinario, cap•ace di assumere più aispetti. E pooo dopo dicevo: - No, chè questo sareibbé mi1ta<:..olo e Giuda IIlOn crede D:elìUJn-eno ,all'am.ima. " Dunque non poteva essere, e quello elme,avevo visto era; frliLtto · della mia mente superstiziosa di ataviche fole. 'Avevo sem pl'e av uto delle allucinazioni, ò meg11io, le eose sogmait,e spesso mi ,era 'tl.oa, ,pparse •v,ere, ed 'ero ,stato aJThCh\e s 1 oinnamTo;i.rfo -<ila ragazzo. I , • . Io davo la colpa al1e pau.re cb.e •avev-opreso, ai tuffi d!i sangue; ed' allia vita randagia, in c0111 tinùediffidenze, e sémpre solo, ilil ra" gio[l!amenti eo111 me •s.tesso, rimugin31lldo le oose udlite, le ;più dispa:,_ 1 rate, dalle parole d-elBa p,retlièa i'111 eihtiesa, aUe d[isput.e Gli piaz,z.a;. Fi'er.t:ile <i.l!i fallltas!i!a, :tutt:'c@,reeelil'i e ·:tH.tt'~ce-lil:i p@it' S-FJiai-1e e lllls~o[-· tare, e con il solo isti-T!l!iuo 'Ji)•ergilllilta. 1 Per ~i~ volubile a 's~oo!lli(ffla; . BibliotecaGino Bianco
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