Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

; 466 G. Ltpparini una condotta e una versificazione abili e sostenute, con il sorriso e il sol– lievo di continue immagini musicaJi. Qui è veramente, per dirla con lui, la malinconia dolce, il volto gentil della bellezza, l'intelletto d'amor vivo e .profondo; poesia limpida con una vena melodiosa: della luce, dell'aria, del c~lore, e, soprattutto, un temperamento felicissimo tra le figure antiche e il no– stro moderno sentire. Ma in questo genere egli lasciò un'orma più pro– fonda nel Preludio lirico all' Aminta, per quel non so che sentimentale e languido ch',era nel tèma, e per il suo gusto della melica e della musica. Si può qui ricordare il Monti e il suo preludio all'edizione bodoniana del dramma, per concludere che ìe quartine del moderno non sono per nulla inferiori agli sciolti del quasi antico. Si insiste, in principio, sul con– cetto dell'ade consolatrice: Egli, che non avea se non quest'una consolatrice a' suoi diversi mali .... Si conclude in ultimo, con l'elogio della nuova musica che sta per sorgere: Dove siete, Stradella e Monteverde ? O diva melodia, svègliati: è l'ora. C'è tutta la poetica del Panzacchi, chiusa nelle quartine ch'egli scrisse nel 1895, sul declinare, ormai, della vita. Un altro elemento essenziale della poesia, panzacchiana (lo abbiamo accennato in principio) è il paesaggio, talora associato con una fresca immagine mitologica : ed io sento la voce della ninfa, che piange e canta dentro la fontana; talora con una compostezza, descrittiva un po' fredda: Dal fresco rezzo della stanza mia veggo laggiù brillar nitidamente l'asciutta rena e i sassi del torrente che un limpido fil d'acqua al fiume invia; talora più animata, con un senso misterioso della natura, sulla grande corrente del Po, nel silenzio e nella nebbia verso la sera che scende: Un caval friulano su l'alto argine ... ; ....., BibliotecaGìno Bianco

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