Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
4-ffi G. L~pparini È strano come questo poeta cosi innamorato della bellezza e della vita, si sentisse così spesso attratto dal pensiero e dallo spettacolo della morte. Una sua raccolta del 1873 è intitolata Funeralia. Amici come Gio– vanni Muzioli e Costantino Dall'Argine, gentildonne ignote, un nipotino, la madre .... Il canto del gallo che lo sveglia spesso all'alba, gli ricorda l'alba pallida e triste in .cui sua madre morì. Anche ora « con man lieve il crepuscolo - picchia alle imposte chiuse» ; ma in quella mattina triste tutti eraillo alzati e in lacrime: . . Muti andavamo e in 1a1grime per la cheta dimora ; il rintocco dell'Angelus dalle chiese venia, e tu ·passavi, povera, povera madre mia !... Sentimentale; ma come sin0ero .... Questa nota affettuosa e umana s'in– contra in lui più spesso che non si creda, anche se trova esprt'ssioni formali meno perfette delle pure immagini ve.dute prima. Chi non ri– corda la delicatezza delle strofette Nella neve? Sull'alba è intatta al suolo la grande nevicata .... E l'or:ma del piccolo piede ignudo, davantj a cui si stringe.il cuore del poeta? ' · E} vi son dunque ancora dei poveri ba,mbini che v•an, scalzi, pel mondo ? E come è piena di umana, simpatia, in SMènità, quella felicità peir il bel tempo che torna, che il villano ignora,, e che lo farà giocondo il domani, dopo tanti giorni tristi; e come si conchiude gnomicamente armoniosa e perfetta : Oorre intanto il seren per l'universa calma notturna; e pochi o niu.no il sa. Cosi l'urna sovente inclina e versa, silenziosa, la Felicità. C'è un sospiro; tutto ritorna e tutto passa; anche la bella giovi-, nezza: lo so, Io sento che mi vuoi lasciare, mia bella Giovinezza! Giovane ancora, egli era stato colpito dal lento sfiorire e morire di d?e amici _a ~ui cari; per uno di es~i egli compose una delle sue poesie più belle, mtitolata ad Omero. Il g10vane giaoe sul letto mortale, dopo B 01. .... ·"'ca Gino Bianco
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