Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

ll servitore del Diavolo 455 Qnamdo il caldo cocente dell'estate diluiva il catrame, dalle gron– daie sgocciolava sui passanti questo 1I1ero umore, che provocava risse e richiami al padrollle della Baracca Rossa, che nolil si sapeva chi fosse. I passanti macchiati di nero, nolll di rado salivano le scale di legno fino sul ballatoio, per protestare. Ma la porta della Bara0ca Rossa era chiusa, o, ,se era ,aperta, dentro c'era qualcu1I10che 1I1em– meno conosceva il pad'r,one, e forse quel qualcu1I10.parlava una lingua così nuova agli orecchi del passante anacchiato di 1I1ero,che il passante rinunziava, risceindeva le scale, maledicendo quella ba– raccaccia sorta li àa qualche tempo, non si sa da chi fatta, né per \ quale uso. Veramente l'uso la Baracca Rossa lo aveva: al pia1I10terreno c'era un deposito di marmi di Seravezza, un magazzilllo di falso vino di Ohia1I1ti, e, in custodia al vinaio, un carro funerario di priroa cla.sse, tutto- d'orato colll tre cupole e tre croci smontabili. Per i fu– nerali dei liberi pensatori, le tre croci si sostituivamo colll tre vasi nf'utri di rito, scolpiti all'usanza greca, d1pinti di nero a bacche d'oro. Questo carro faceva servizio per 1e grandi occasioni, ed i ca– valli bardati OOlil il pennacchio soleo11I1e, col drappo e la corollla sui fombi, venivalllo da una stalla che era li p1'B~so.La stalla che for- f11ivacarrozze di lusso ai ricchi della città. A fianco della stalla, una famiglia marsigliese teneva un'ilildu– ~tria di tililtori,a, di stoffe. E su l'aµgolo c'era un caffè greco il cui padrone era calvo e portava grossi baffi rossicci per rassomigliare a Re Oostantilllo, che lui av-eva conosciuto quando an0ora IIlOnera greco, ma (diceva 001I1 sussiego) era dainimarchese. Avevo fatto ·amicizia col padrone della stalla, 001I1 il marsigliese e con il greco : tre nemici della Baracca Rossa. L'uomo della stalla era maltese. Magro come ulll uscio e con ulil male adJdosso che lo rodeva, viveva maritalmente con una do1I1na di Gorizia che non aveva animo di sposare IIlé di abbandonare. Il greco che rassomigliava al danimarchese Re Costantino era sca– polo. La famiglia del :marsigliese, dopo ta1I1tiallllllidi matrimonio, aveva avuto un figlio gracile e brutto, ma a loro pareva Ulilmodello di bellezza. Seppi da questi tre come era nata la Baracca Rossa su quel pezzo di terreno abba1I1donato. Il maltese mi disse : - Ecco, .,mi leva l'aria - ; il marsigliese si preoccupava di quando sarebbe stato gramde le petit; il greco mi raccontò come era morto Ulllodei co– struttori.' I costruttori della Baracca Rossa erano stati due, ma uno era ainoora vivo, vecchio e tuttora temibile. Di quello nolll ne voleva parlare. Uino dei costruttori era tranese e l'altro di Oanigatti in Sicilia, tutti e due giga1I1tidi corporatura. - Il più vecchio, beve e giuoca. Il più giovane era do1I1naiolo.Morì sotto il letto in una "bliotecaGino Bianco

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