Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

Wyndham Lewis 447 « Da prima egli piantò un pulci1I1e1lavestito di scuro su l'orlo diel bema che gli ~erviva da piccolo tavolo, poi muovendo il capo imberrettato, da destra a sinistra, più volte' per osservare l'assem– blea delle amime, chioc~iò. e s'buffò, tamburellando nervosàmente con le dita. Quindi sedé sullo ,scanno· riposando il gomito sopra il braicciale, mentre .le sue rostrate e tumide fattezze trasudavano un'impenetrabile malinconia .... •Nelle l,l].ani egli muoveva lentai– metnte la.p!ivetta che gli attori dell'atellana usavano un tempo per porre' in ridicolo le voci dei mimi •tragici : poi ,se la recò alle labbra, la succiò a lungo come fa il bimbo col biberone, e, infine, presa riso– luzione, scoppiò dli 'botto irn un orripilante Gloch ! G1och ! Gloch ! che terminò poi in un 3iCquosoborboglio giù per. la strozza. «- Mrurunaei ! Manna.ei ! --f grid'ò strirngendo le mani c01I1vulsa.– mente, la voce ch'era uno sttillo, mentre piccoli amul.eti e colilterie gli tintin111avano su tutto il corpo. · « Il Samaritano col suo coltellaccio •giustiziere ficcato nella cin - tura bal?,ò dal suo angolo, gli occhi scolorati dal son1I10, il corimbo massiccio dei capelli che •sopra la sua :faccia giallastra faceva l'ef– fetto di un palo totèmico istoriato; e si collpcò, impassibile, ·al fianco del suo padrone. Poi il protonotaro sfogliò la lista delle arnime per il prossimo esame. «- Jackie ! - chiamò.)) E l'esame delle anime incomincia. Nolil .so se questo bràno sia· sU:ffioontea dare· u1I1'ideaa~eguata dell'atmosfera di mostruoso grottesco e del sapore dello stil:e che reg1I1anoin The Ohildermass. Ne dubito .. Tanto più che il racconto nO!Ilha molte di queste scene ed è gremito,, più che altro, da dispu– tazioni filosofiche, da quisquHie legali, da dibattiti d'idee : che sùno quasi sempre le idlee care al Lewis, ora sull'isti1I1to, ora sulla realtà, ora. sulia superiorità dell'uomo semplice o sul corpo oome misura delle cose, ecc. Fr1 '3ittanto.le anime s'•accalcruno tumultuando sugli sbocchi dell'anfiteatro, tragiche e disfatte, e le discussioni si fanino semp,re•più irate e furenti tra i partigiirurii del Bailiff, dell'or~ne costituito, e gli Ipèridi, i seguaci di uno sdegnoso filosofo aristo– cratico, che, vestiti alla greca, sostengono i diritti della casta e · <full'iintelligen~a. Tutti urlamo, tutti protestano è .spesso la diatriba si conclude in improperi e mischie sanguinose, che lasciaaio morti · sul terreno. Finché, sedato il tumulto, il Bailìff riprende l'esame delle anime, annoiato e burocratico, lanciando di tratto iin tratto striduli suorni ,dalla sua pivetta ve~so l'a.s~mblea crucciosa e per- . dendlosi, com'è suo uso, irn intermiinabili discettazioni. · È un· libro triste, caotico. Lewis approfittando dellai sua mira– bile bravura di palleggiatore di'idee ha creduto di poter divertire il Jettore trascinàn~olo, •sul filo della fantasiosa vicenda, nel gorgo dei BibliotecaGino Bianco

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