Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
Wyndham Lewis 441, Uno dei saggi più interessanti della prima parte del libro è Analysis of the mind of James Joyce. Lewis ammira, ma spesso attacca lo scrittore irlamdese, qu8filtunque questi gli porga più volte occasione a identificare iln un'opera di ampio e riconosciuto valore la sua filosofia del tempo. Poiché co111 quel suo ostinato brac– cheggiare vita gesti e pensieri di un uomo attraverso u111a giornata di tempo, ora per ora, minuto per milnuto, Ulysses è per Lewis il vero libro-campio111e,del Tempo, il tirne-book, per eccellenza, « la più importante creazio111euscita dalle officine del Tempo.» Joyce è una passione per Lewis, lo si sente, ma è anche il suo dispetto. Si direbbe che i due ilngegni cresciuti nello stesso clima mentale, da adulti oontràstino e si combàttano. Lewis imputa sovratutto a Joyce la sua meticolosa ricerca del color locale. « Il color locale sta per morire>> dice Lewis, « è una pura IIIlania del passato. Se avete desi– derio del bello, non vi rim8file che creare una nuova bellezza. No111 potete più co111tinuarèa nutrirvi di passato. Gli stocks del passato , sono esauriti, il passato iln 111iun luogo più è realtà. >> Time and the Western Man è un libro senza conclusioni. Suo merito è di porre in luce delle idee e perseguirle nelle loro 111ervature più sottili, dissodarle dai loro strati più profondi. , Un'altra parte importante del libro è quella in cui Lewis impu– gna il fatalismo cronologico dello Spengler. Qui Lewis è veramente nel suo elemento di battaglia. « Ci soino momenti di reale grandezza nel suo terribile assalto (dice un suo critico) e vi brilla una ferocia pari a quella con cui Nietzsche assaliva gli dei di Bayreuth. » 'Ma Wyndham Lewis no111 si a;coontenta di essere un puro filo– sofo, un a;nalizzatore d'idee, un raffinato paladino del Tempo. Una natura così esubeN1m.tenon s'appaga di star ingabbiata fra schemi e categorie. Ed eccolo, du111que,anch'egli lanciato nelle avventure dell'arte: alle quali del resto tutto lo conduceva, rapidità d'intui– ziooi, 111ervositàdi scrittura e un certo gusto pei climi e per le mode. Il suo primo romanzo, Tarr, è apparso coi tipi del« The Egoist » nel '18, e da ultimo iln una nuova edizione rimaneggiata e corretta dell'autore. Tarr è un curioso racco111to,una rappresentazio111e viva e di– spettosa di alcuni tipi di bohème spaesata, della loro vita, idee, co– stumi, amori : sono tipi di disgustati, di controcorrente, di malati nella personalità. Il to1110 del libro è acre, violentemente calcato. Tarr è un pittore ilnglese che vive a Parigi. Delle sue opere poco si sa 111el romanzo ma molto, i111vece, dei suoi amori e delle amicizie che ~i è fatte fr-eq~entando appunto una colonia di artisti tedeschi in quella ,città. Vi ha co111osduto fra l'altro anche Bertha, bella raO'azza trentenne: O'li è piaciuta, e i due si so111O amati e quasi fid~nzati. Dfoo quasi: perché appU111to in questa voluta indecisione BibliotecaGino B anco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy