Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
440 O. Linati cilllquecento pagine, è formato da due libri congiunti: The Revolu– tionary Simpleton e A.n A.nalysis of the Philosophy of Time) 1I1ei. quali ancor una volta Lewis si palesa critico d'idee esperto edl ap– passionato. La prima parte del libro 1110n è che la ristampa di una serie di saggi ch'erano apparsi nel primo IIlumero di The Enemy. Ma quel– l'ammirevole raccolta di amalisi distruttive ch'essi contengono e ilil cui Lewis attacca con umore mordente scrittori moderni quali Joyce o :filosoficome Bergson, Speingler, Whitehead e Alexamder, ha però milllore importanza della parte tutta nuova che la segue e nena quale espone ed esami111aquello ch'egli definisce il culto del Tempo 111el pensiero contemporaneo. È questa l'idea-madre della :filosofia di questo anti:filosofo, e l'interesse maggiore di questa parte consiste nelle prove abbondanti ch'essa forlllisce intorno al dominio del– l'idea del Tempo nel mondo teoretico delle idee. Si sa che il primo ad approfondire il Tempo, come spirito e modo di sensibilità, fu il Bergson. In ogni caso i moderni :fisici matematici, come l'Eiillstein, hanno trovato uno sbocco pratico a questa teoria, e n',è resultato nel campo :filosofico, l'amalgama dello spazio col tempo, dello spaziotempo. Di qui l'osservazione ormai celebre del Prof. Alexander che il tempo noill è che lo spirito d'ello spazio, e che 1,o spazio, pur essendo spaziale, dev'essere temporale. Queste, ·a un di presso, sono le données nuovissime su cui gioca ansiosamente questo squisito acrobata dello spirito. Lasceremo ai puri :filosofi di addentrarsi nelle runfrattuosità della :filosofia tempale lewisiana e appassionarsi su Spazializzazione e Concretizzazione, o sulla :filosofia dell'istrumento ili ricerca e sulla Storia COillsiderata come arte specifica della scuola del Tem– po, ecc. Non siamo abbastanza competenti per affermare che novità di intuizioni abbia egli apportato alla :filosofia iniziata da Bergso111. Ci sembra che la mente agilissima di Lewis si destreggi a mìl,ravi– glia anche in questa selva ,oscura, ma illon vorremmo giurare che il puro :filosofo non possa mettere in istato di suspici01ne i concetti dell'artista, il quale nella prima parte del volume, mescolando sacro a profano, si diffonde a mostrarci quali esempi plastici della :filo– sofia del Tempo Oliarlie Ohaplin e i Balletti russi. Comunque bisognerà abituarsi à questo rapid'o scorrazzare del Lewis attraverso i campi più diversi della creaziollle intellettuale, dalle più frivole e mondane su fino alle vette della speculazione più ermetica. È un suo modo di pensare, sentire. Lewis è sopratutto uno splendido dilettante, ha una sua rara facoltà di verbalizzare i fenomeni dell'arte, gli stati d'anima collettivi, gli aspetti di un problema spirituale, di un momento politico. Ma spesso di questa sua abilità abusa. Nella rapina del suo dire passwno geniali pen– sieri, ma, si sa, talvolta vi ruzzolamo anche scorie e sassaie. BibliotecaGino Bianco
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