Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

Racconto d'inverno 433 - Ma questo è nulla, - riprese il gobbo, - in confronto allo spregio che m'ha fatto fare quell'altro maledetto. L'ultima sera che io ero in quella casa, stavo male, solo come un cane, quando sento suonare il campanello. Vado alla porta e mi trovo davanti due ragazze che mi dicono: siamo innamorate e vogliamo sàpere il nostro avvenire. Io non ero di quell'umore, ma mi son detto : _· guarda un po', che l'ultima sera almeno qualcuno vien da te come una volta. Faccio ipassare le due ragazze e mi metto a far la mia cabala con le carte e il serpente quando m'accorgo che le due svergognate ridono a più non posso. Infuriato, le caccio fuori. Quelle aprono la porta e m'entrano in casa tre giovinastri del quartiere a dirmi ch'io avevo fatto' un agguato a quelle due nel mio scannatoio e che quindi mi denunziavano. Insomma, quando ho capito la razza di scandalo ch'eran capaci di fare quei tre brutti · ceffi ho tirato fuori di tasca i quattrini, e tutto è :finito : mi volevan con loro a cena, dopo. A sentir questo nuovo racconto Nimbrotte non poté tenersi e scopipiò a ridere. Accortosi del bruttissimo effetto che il riso al posto dell'mdignazione faceva -sull'amico, cercò che suonasse sarca– ~tko e pieno d'odio come quando, per voluttà, si ascoltamo le pro– dezre dei nemici, e volle pur darne una giustificazione accettabile : - Rido, sai, perch'è troppo vigliacca la faccenda, ma più rido e più son con te. Però - soggiunse serio, preso da un dubbio, - sei proprio sicuro che sia stato il saltimbanco a montar la faccend'a ? A volte U[lO si trova come i can1 in chiesa: tutti gli danno addosso. - Non può esser che lui - protestò Asdente - c'è la sua mano sotto, io lo sento benissimo. L'infermiere stimò meglio non insistere. - E cosa intendi di fare ? L'indovino a giustificare l'atrocità della vendetta volle prima esporre il disastro intimo che avevan provocato tante persecuzioni. - Pensa che ho dovuto cambiar casa dopo trent'anni! Adesso vivo in un buco, in casa di una vecchia strega che ha paura di me, !Perché gli ho raccontato che una gobba come la mia porta disgra– zia. Mi sono tornate a galla, e tu ipuoi capire, tante storie vecchie. Ho rinverniciato il serpente, ho ripreso a far collezione di scor– pioni e mi son messo in casa un gattaccio nero che mi diventerà bianco di pelo per la paura che ha del pitone. Insomma. - confessò - mi ritorna la mania del mago come sei anni fa. Nimbrotte seduto sul letto con la faccia mezza sbarbata ascol– tava serio e attento come un dottore. - Male malissimo - fece - bisogna rimediare presto, altri– ,. menti tu mi torni al manicomio. - Già già - commentò Asdente, straziato di dover consen- ' . tire a quella iprevisione. - O mi vendico o ammattisco. 28 - Plgaso. BibliotecaGmo Branco

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