Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

428 A. Loria si tratta di questo. C'è in casa un bel tipo, lo conoscerete certa– mente, un mestatore, un guastamestieri, un mascalzone che l'ha presa con noi due. - E chi è ? - chiese Cicalone im1provvisamente interessato. - Ve lo dirò subito: intanto sappiate che a forza di calunnie ha rovinato me, e ora la ,tenta con voi. - E che dice contro di me ? Fremeva qualcosa di feroce nella voce di Cicalone che dava qJ1asi un piacere angoscioso all'indovino ancora esitante. Decise infine che essendo la calunnia l'arma del suo .nemico gli era lecito e senza rimorso ritorcergliela in danno. - Cosa dice quella canaglia? Ascoltatemi: l'ho sentito io in cortile predicare che bisognava purgar la casa dello stregone e di quell'altro !Puzzolente schiacciasassi del quarto piano. Parlava di voi, non c'è dubbio. Cicalone calò le palpebre a nascondersi gli occhi, ma restò calmo su la seggiola. - E poi sentite quest'altra : - riprese Asdente annaspando in cerca di U1I1 grande effetto, mamcato il primo - ha detto e ripetuto che siamo due truffatori e che sa anche quanti anni abbiam passato in galera, noi due. Cicalone pallidissimo e rattratto come una belva pronta a slan- . ciarsi : - Ha detto così ? - chiese. - Chi è ? Dimmi chi è, che corro a strozzarlo. Asdente felice di vederlo tanto infiammato si !Preparò a dargli il colpo finale. - È il saltimbanco, il bel nano a riposo - scandì in modo sarcastico e trionfale. L'altro tirò un gran !Pugno sul tavolo e si levò a squadrarlo torvamente. - Giura che ha detto così! ? L'indovino sbiancato e tremante abbassò gli occhi e rimase zitto. - Bugiardo - gli gridò Cicalooe schiuma1I1dodi rabbia - volevi darmela a intendere, eh? Ma l'ho capita subito, io. Si vede che non lo sai, tu, chi è il Frusconi Alfonso. Ti sei incontrato bene, 'Va'là. Lo sapevi si o no, che è lui il padrone della bottega dove lavoro io? Non l'hai letto il cartello prima d'entrarci? Nello sgomento di quella rivelazione il cartello della ditta che egli non si era curato di leggere sul pilastro, perseguitava gli occhi d' Asdente come un rimorso. Gli orecchi intronati allargavano in echi confusi le parole che Cicalone gli urlava addosso. - Non lo sapevi che è lui quello che mi dà da mangiare? Che me ne importa, se finge di non conoscermi, perché lui ha i quat– trini? Basta che m'aiuti. È mio 1Primo cugino il Frusconi. Non lo sapevi ? O perché non l'hai indovinato ? Bibliotec Gino Bianco

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