Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
Racconto d' inverno 427 Il primo gobbo, attraversata la strada un poco più in giù, andò 3i sedersi dentro da un vinaio. · Asdente lo seguì e si sedette al medesimo tavolo, esitante : temeva che così in pubblico quello scorbutico ,gli facesse uno sgarbo. - Dunque, •dioevo .... - prpvò, ma Cicalone guardia va al banco per ordinare. - Due bicchieri di vino - lo prevenne l'indovino con premura : l'altro implacabile, iper conto suo: - La solita minestra e un piatto di trippa - chiese con voce forte e cavernosa. - Anche a me - fece Asdente in tono desolato. Avuta la minestra· cercò di riattaccar discorso con Cicalone, ma non riuscendo lì per li a trovarne un modo non umiliante, rimase zitto con la testa fra le mani, a fissar la sua scodella, levando ogni tanto lo sguardo sul compagno risolutamente intento a mantener. - tra la propria e la bocca un ritmo di cucchiaiate faticoso, come si capiva da qualche sospirone. - « Se :finisce di mangiare prima di me, mi pianta qui>> - e resipinta a mezzo la minestra passò alla trippa per raggiungere Ci– calone che la trangugiava già con delizia. ~ Ohe appetito, eh! - si èomplimentò. L'altro non risipose. - Dite un po' - chiese l'indovino che faticava a trattenei" la bile - vi duol forse qualche cosa, che non potete parlare? - Sì, la schiena - gli fece sgarbato e ironico Cicalone. - La gobbaccia tua! - voleva gridargli Asdente cui l'ira dava forse l'illusione d'esser bello e diritto, ma si contenne e a nascon– der la vergogna finse d'avere anche lui un formidabile appetito da sfogare su la tripipa. Cicalone, quand'ebbe finito, bevve il vino, ipoi con aria sorniona, come si ramméntasse ad un tratto, chiese: - O che interessi si può avere insieme, io e voi ? Asdente, vedendo che la bottega era vuota, si decise a parlare. - Sono interessi, sicuro, interessi d'ordine Slljperiore - e ap– poggiò la voce su quella parola per far capire a Cicalone che almeno 1I)er sé esistevano degli interessi di tale ordine. Ma poi che l'altro non si stupiva e non chiedeva nulla, spiegò in tono più intimo: - Ne va del nostro onore. - Se non sbaglio, voi siete l'indovino - gli fece Cicalone con l'aria di voler interrompere una ipremessa troppo oscura per lui. - .So!Iloainche indovino - colilfermò secco secco il gdhbo, offeso della punta canzonatoria che lo faceva pentire d'aver usate tante maniere. - Lo so che mi col_!oscete. Per forza ! abitiamo nella stessa oosa. Voi al quarto a sinistra; io al terzo a destra. S'inter– ruippe per ordinare altri due bicchieri di vino e s'incantò a osser– vare la faccia ora sorridente del compagno. Ecco - disse - BibliotecaGino Bi,anco
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