Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

Interpretazione di Molière 421 in qualu111quemodo le tendenze «naturali)). Quella correntè, areli– giosa se non irreligiosa, che ,occupa per così d1re il centro della storia di tainta Commedia, dalle « operette)) di Meinamdro e di Plauto alle << pochades )) del tempo 1nostro; quell'ottimistica indul– genza alla carne ,00111tro la Legge, ai giovani contro i vecchi, ai pu– pilli contro i tutori, aigli amanti c0111tro i .mariti, ai ,prodighi co1I1tro gli avari, ai gaudenti c0111trogli astinenti (ch',è poi anche la so– stamza di tanta letteratura popolare, e novellistica 1I1ostrae stra– niera), trovò in Molière ulll glorificatore che le dette, a suo modo, ullla giustificazione etica: che la elevò a credo. Da ciò proba;bilmente deriva, in quasi tutta l'opera di questo massimo fra i poeti oomici, quel q,uid di magnifica.mente colllcreto ma senz,a fremiti, di stupend'amente definito e perciò in certo senso limitato, di1chiarissimo e quindi non mai ,misterfoso, per cui più d'U1110 spiritò variamente religioso (si ,può andare da Bossuet a Rousseau) ha potuto sentirlo lootano da sé. L'esprit clair della sua Framcia e specie di quel suo secolo (vedi amche i due tragici del t•empo, •soprattutto Gorneille); il suo istintivo, orgamico, oostitu– zioillale amore dell'ordine e della nitidezza classica; e, quànd'egli scrive in versi, la simmetria dell'aless8fildrino, perpetuamente di– viso all'interno llie'due emistichi co111trappo,sti,e legato all'ester1110 in cadenza immutabile con l'altro verso a cui s'acooppia: son tutte spiegazioni che hanno il loro peso ma forse IIlonbastano, da sole, a darci ragio111e del perché Molière sia qual è : tutto Ìlllcisiollle,rilievo, scultura, e 111ientemusica. Ed è anche vero che la ,sua forma, d'autore-attore, è strettissi– mamente legata alla recitazione: schemi, tirate, crescendo, con– trasti, ripetizioni, presuppo!llgono tutti e semp,re la voce e il << giuo– oo )) del comico : sicché chi dice di preferirne la lettura alla inter– ,pretazioille teatrale può dirlo solo oo:n questo sottiinteso, di saper immagilllare U!llatale recitazione. Per ,quanto si sia scoperto e pro– vato che Molière aveva dottrina classica e cultura moder111a,egli è uno degli scrittori meno <<letterari)) apparsi al mollldo: tutto cose, tutto situazioni, tutto fatti : e perciò traducibile come pochi. Ma ciò rivela, anche, quel ch'è più tipico in lui : la sua .assenza di dubbi, il suo appello 'C-Ollltinuo a una verità comune, accettata da tutti, il suo orr-ore del << forse)) e del brivido, il dlono di veder la realtà come si mostra, e di tenersi forte a quella. Ne è una riprova l'aneddoto, significativo amche se è falso, dei pareri domandati alla serva. Adesso il Fernandez ha distillato, illel ,suo libro, il sucoo dei più reputati molieristi (framcesi : egli non cita 1I1eppureuno stra– •niero). Ma così delicato e ,sottile com'è, oosì bravo nel ricostruire colll discrezione e senza presuntuosi eccessi l'autobiografia del poeta àttraverso l'opera sua, cosi preciso MlC'henel rilevare i particolari . ' Biblio.tecaGino Bianco

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