Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
Il problema della storia letteraria e l'opera del De Sanctis 415 1 la quale necessariamente deve esser riportata nella totalità della storia, ci sembra, che praticamente la storia della poesia e dell'arte non soltanto è possibile ma è 111ecessaria;e come si è sempre fatta, si conti111ua, a fare e si farà sempre con metodi e forme adeguati alla di– versità dei tempi. Bisog,nerà soltanto rendersi conto che le parole « materia poetica>> non devono •servire a designare un co111tenuto freddo e astratto, quasi Ullldeposito di ingredienti chimici, ma sempre un insieme di idee e di fatti coilllIIlossie vibranti 1I1ellavita della ·storia. Il poema dli Virgilio, ad esempio, non era per Dante, come può , supporre l'erudito astemio d'idee, una fonte da attingervi acqua secondo il bisog,no ; era bensì (per accoonare soltanto a qualcuno degli aspetti con eui si offriva all'attenzio1I1e e all'amore di Dante) il termine concr,eto d'un suo ideale d'arte; il simbolo della sua ve– nerazione per l'antichità romana, che avrebbe dovuto perpetuarsi cOIIl l'attuazione del sog,no d'un nuovo impero universale. Così le visioni medievali non erano neppur esse fredda materia d'imitazione, bensì espressione e simboli della cosciooza religiosa e morale del iMedio Evo e di Dante stesso ; i problemi della filosofia scolastica, le lotte politiche del tempo si rivelano passione viva del poeta, momenti 1I1ecessl'),ri della, sua vita spirituale. fu tal modo la materia poetica si trasforma in viva corrente d'idee, in ricchezza di sentimenti e di passi01I1i;e quando si procu– rerà insieme di non dimenticare che queste idee e sentimooti debbono sempre esser riguardati, scendendo dal più generale al particolare, in relazio111e con il loro attuarsi ÌIIl forma poetica, che è sempre indivi– duale, si sfuggirà al pericolo di confo1I1dere il giudizio estetico con quello morale od altro non adeguato. È appunto per questo, cioè per aver saputo farsi guidare dai con– cetti essenziali accennati, che la Storia del De· Sanctis, nel suo complesso, resta sempre l'opera fondamentale 111el campo della cri– tica e storia letteraria moderna. Oggi lllOIIl è difficile avvertire u111a · dpresa di ,giudizi sfavorevoli più o, meno espliciti riguarrdo al De Sanctis; e continua sempre la diffidenza ver,so di lui di coloro che pensano che la storia deve essere follldata sui fatti. · Questi ultimi diffidano ingiustamente della filosofia e dei critici filosofi, facend!o d'ogni erba fascio, e dimentic3Jllo la ormai banale · :verità che i fatti per divenir storia devono essere pensati e giudicati e che il De Sanctis non fondava certo la sua Storia sui sog,ni, ma sulla lettura dei testi e le conoscenze storiche dei vari periodi ·che prendeva a COIIlsiderare. ' ' ' ' . Fu anzi merito precipuo di questo critico il comprendere l'im - portanza f,01I1damentale,che deve aver~ pèr una storia ~ella ~etitera– tura lo studlio del movim®to speculativo, come espressione mtensa e profo111dadell'atteggiamento spirituale delle varie epoche e dei liotecaGino Bianco
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