Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

410 A. Moravia viuzza, attraversò la piazza dove il palawo della Signoria, la cat– tedrale e gli altri monumenti soomparivruno con tutte le loro fa~– date nella 111era notte superiore, risalì il corso fino a,l caffè prm - cipale_ Questo risplenideva di una luce gialla e ospitale ; per un istante il Cattaneo guardò attraverso i vetri, domand:rundosi se do– veva entrare o 1110: l'mterno del caffè èra semivuoto, c'erruno i soliti giuocatori di sca,cchi o di dama, i soliti ufficiali i111tornouna tavola carica di bicchieri, ma, e in quel momento egli no1I1 seppe spiegarsi perché osservasse p,roprio questo particolare, il Patti non c'era; risolse alfi111e di wndare a dormire e ,proseguì così fino al suo al– bergo; ma quando fu 111ella camera, cambiò idea, non ,si spogliò, e seduto sulla ,spo111da del letto, incommciò a meditare. Ogni dll'bbio, ogni sospetto erruno orimai sfumati; se ripensava a quel ohe aveva fatto, era soltanto per compiacersi i111 quel flusso e riflusso del· sentimento che tanto rassomiglia una dole.e marea, e per accarezzare le iminaginazio111ipiene di sperainza che gli 'avvenimenti di quei giorni avevano mito per inspirargli; « la provi111cia l'ha u:n po' intristita», pensò ad un certo momento, « ma ora, appena l'avrò portata a Milano, ridiventerà un fiore ... , le farò conoscere tutti i miei amici, la porterò al teatro, al ci111ematografo,le comprerò dei bei vestiti, in modo che non sfiguri accanto a 111essuno ... , comprerò anche u111a piccola aut,omobile ... , d'inverno mia moglie darà i suoi ricevimenti. .., avremo u111 appartamento ..,. sarebbe meglio U'II1 vil– lino, ma come fare? o sooo brutti o sooo troppo grandi...; d'estate rundremo al mare o in montagna ... , e quando ci saran1110i bam– bini.. .. >>, seduto sul letto, assorto, l'aissicura:tore 111011 si stancava di imag:ùnare quei giorni futuri. Come u111a macchina da cucire che noo cessi mai il ,suo andare, la fantasia gli saltava .frenetica da un'estremità all'altra di que sta .sua tram a; ,ogni prudenza, in lui d'i solito cosi prudente, pareva soompar.sa . . Queste e altre simili sue fantaisticagg ini lo portarono molto :ùn là nella notte; dovevano essere almeno le U'lllao le due del mattino quando, destato di soprassalto dall'alterco di due voci nella stanza aocanto, s'accorse d'essersi addormentato, vestito oom'era, là, sulla spo111da del letto; la sta:.nzaattigua era •quella del tenente Patti, u111a porta la divideva dalla sua ; non ci avrebbe dato importanza e sa– rebbe andato a dormire, se ad un trattò, cosi nettamente che il re– spiro gli mancò, 1110n avesse riconosciuta :ùn una delle due voci (}uella di Giovanna. ' Fu per lui come se la stanza si fosse ad nn tratto tutta rab– bu~ata; dubitare non era possibile; ecco, la voce parlava, era pro– prio quella della fanciulla. Per U'II1 istante, restò immobile guardando fissamente alla porta; il fatto che ella fosse a quell'ora nella ca– mera del Patti gli bastav•a. « N 01I1 e' è dunque più innocenza a que– sto mondo ? >> si sorprese a mormorar,e; poi una specie di risolu- BibliotécaGino Bianco

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