Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
406 A. Moravia rati, la disposiziOIIledei vani era stata fatta c,on tale discernimento che, [l,Olllostante la ,grmdezza della casa, poche erano le s.taJIJ.ze ; c'erano insomma per l'aria, 1>iùche sudiceria, un disamore remoto, un lasciarsi-andare 1senzasperanza, una pigrizia tutta morale e sui– cida che oolpirono l'assicuratore fin dalla sua prima· visita; ma d'altra parte la grazia martirizzata e uin po' misteriosa della fan– ciulla 111-on ,pareva al Oatta.neo contrastare, ma ainzi acquistare mag– giore seduzio111e inscrutabilità da una cornioe tanto disastrosa. Il luogo dei convegni era un immenso stamzone disaidorno che funge".a da salotto, le pareti erano affumicate in alto dal caminetto che tirava male, attrav,erso la grande :finestra senza tendine, i vetri della quale era,no sempre pieni di mosche mezze morte e 81llgosciosa– mente rissose, si vedeva un tetto di tegole rosse tagliare in diago– nale il cielo piovoso; quei due, l'assicuratore e la fanciulla, sedevano p,resso il c,aminetto; nell'amgolo opposto, ben fornite di scaldini e tutte intente a certi loro lavori di ricamo, stavano la madre, e un'al– tra vecchietta, uma parente povera che abitava in casa, e che, il Cattaneo fece presto -ad acool'lgersene, credeva, in cambio dell'ospi– talità, di dover cootinuamente e non senza una sua oomica e ze– lante impudenza, adulare la sua benefattrice; quest'ultima che era bigotta, !-'enz'alzare gli occhi dagli uncinetti, e dando ogni tanto uno ,strattone al g,omitolo, non faceva che discorrere di vite di santi, di miraooli, di ,pettegolezzi di sacristia; l'altra ascoltava con defe– renza, e ogni tanto i:nterrompeva con dei<<giusto>>, « dice bene>), « ha ragio111e >>, « la pens,o così anch'io>>. Non si rapiva bme se la signora S,ofia, ché oosì si chiaa:nava la madre di Giovanna, fosse o no lusin– gata da questa specie di cortigianeria; però il giuoco era sem·pre quello; la benefattrice per esempio diceva: - O ha sentito di quello storpio che ,pare abbia fatto tanti miracoli laggiù in quel di Napoli? ma sa cosa le dico? ... che le son tutte storie ... , dei meridio111alino111 c'è da :fi,darsi...; - e l'altra che pure non aveva nulla da rimprove– rare ai Napoletani, sollecita, infervorata: - Giusto, giustissimo ... , dice ·bene lei signora Sofia ... : dei meridionali non c'è da fidarsi. .. , lo dicevo anch'io pl'loprio l'altro giorno al paidre Tommasini.. .. Queste diplomazie non parevano ,sfuggire alla fanciulla; e allora, nél bel mezzo di una c,onversazione plandamente confidenziale, fatta di ~omande forse un po' meno che discrete, proferite cogli occhi bassi e gmoeando colle nappine della poltro111a,e di risposte candide e oalme, eooo, si intercalavano quelle frasi crudeli, troppo vere, tri– stemente spietate, che in tutt'altra persooa non avrebbero forse me– ravigliato l'ài-sicuratore, ma in questa fanciulla, di cui egli ~i era fatto un'idea tutta soavità e purezza, lo sbigottivano com(' altret– tanti griili di disperazione . . - Quella vecchietta che ,sta sempre con mia màdre _ ella disse per esempio un giorno - è u111'ipocrita di prima forza .... e cattiva Biblioteca Giro Bianco
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