Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

Una domanda di màtrimonio 405 Ma il Patti n01I1 sedette, e, altra stmnezza, dopo qualche compli– mento tomò al gruppo degli ufficiali ; tutta la sera, finché la fesita. durò, finché le ,due donp.e nolll partirono, l'assicuratore i'estò a quella tavola; 1I1on ,si poteva forse parlare di quel che i francesi chia– mamo un coup de foudre. ,}fa ,certo la ragazza gli piaceva in:fì.1I1ita– mente; c'era in lei .qualche cosa, a Ullltempo triste, fragile e fermo, che rispondeva del tutto al gusto che aveva il Cattaneo per certe qualità di bontà e di riflessione; anche il suo aspetto fisico, quei capelli secchi e leggeri, quegli occhi profondi, quelle macchie di Ulll rossore pudìco sopra la pelle trop,po biainca, andavano oltremodlo a genio all'assicuratore, che, essendosi fatto u1I1'idea relativamente precisa di se •stesso, non aspirava alla bellezza assoluta ma cercava piuttosto gli elemeinti gentili e significativi che più rispondevano al suo limitato ideale ; a tratti, però, oerte osservazioni lllOIIl maF– ziose ma addirittura crudeli proferite COIIl una caJ,ma sottemamea, lo sor-prendevano sgradevolmente come rivelarioni di una verità più segreta ; per esempio, sentirsi dire da una tale bocca che certa signora della sala era Ullla « don,naccia >> ; ma erruno cose da poco, e il Oattameo le dimenticò subito e nolll doveva rioordarsene che molto più tardi; l'orchestra non cessava di suonare, le coppie nolll si stan– cavano di girare, stracci e volti se 1I1e 0JI1davM10 a quel ritmo, tra quelle pareti squallide e selllZacolore con una ,sciatteria opooa di sogno; ogni tamto la vecchia madre si ,scuoteva bruscamente dialla sua immobilità e voleva oomuniC'are ·al Cattaneo certe sue osserva– zioni sulla gente e sul ballo; ,ma IDvariabilmoote si decideva a par– la.re quand-0 il fracasso era al colmo, co,sì che il Cattaneo nolll capiva nulla; e illl quanto alla famciulla, per tutta la durata della festa ella restò nella stessa posizione, cioè colle g8!mbesottili accavallate e le mruni riU1I1itesulla bol'lsetta, e mai, ,neppure una sola volta, pur parla1I1dogli, rivolse gli occhi al Catt·aneo. I -giorni che seguirono fa festa, furolllo per il Cattaneo, pfollli di quella intensità spietata e triste che fa poi ,pensare, quando si ri– vanga 1I1ella terra morta dei :rioordi: «ecco .... allor·a ho vissuto .... >> Poche ore del giomo gli bastavano per sbrigare i suoi affari, il resto del tempo lo p,aissava colllla famciulla a cui un se1I1timentoconfiden– ziale e protettivo l'andava sempre più legando; il clima contillluava ad essere freddo e piovoso, di passeggiare 1I1onpoteva essere que– stiO!Ile così il Cattaneo andava a rinchiudersi 1I1ellacasa delle Bu– so111i s~bito dopo pranzo, e non ne usciva che al tramonto ; abitavamo le Busoni in un palazootto c~e, tutto ciroo1ndato di casupole e di ter– rooi vaghi sorgeva illl una ,stradJucola strapiombamte intitolata al Secchio· 1?interno di questa dimora, era quanto di più inabitabile e trasamd,~to ci potesse essere: le camere vastissime 111ude sonore pa– revano spelonche, i mobili eraillo tutti di 1rwss~nvalore e sgamghe- lioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy