Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

Lettere inedite del Tommaseo ad Alessandro Manzoni 395 avrei potuto oosì dirle a nome suo qualoosa di più, se no111 mi pre– messe grMldemente di farle capitar questa lettera per Ulll oggetto ch'ella già imagina, e al quale vengo ora, dopo averle detto che il Borghi è stato in questi ultimi giorni nominato Accademico della Crusca. Non so do111de rifarmi a parlarle della malaugurata edizione del BaJtelli 1 ). Dovrei prirrnieramente chiederle scusa dell'avere interpre– tato oosì commootatoriamente la sua esita111za tra il sì e il 1110 2 ) ; poi dovrefi. chiederle scusa déll'aver dette trunte cose ardite, e imperti– nenti, e pedanti, a proposito d'un par suo; poi dovrei chiederle scusa delle diceni.e a ,cui diedero luogo la mie dicerie. Ma la colpa , ehe più abbis·ogna di ,perdono è la imperdona;bile mia debolezza nel riispoodlere (per l'ultima volta è vero) ane insolenze dei critici di eostassù 3 ). Io doveva tacere, lo veggo: U111 momento di ira mi villlse 4 ). Scriveran1110nuove ingiu:çie, ch'fo sosterrò tranquillo illl si– lenzio. E questa baruffa ha mito di disgustamni delle involontarie occupazioni a cui mi so111O oondannat.o fino ad ora, di giudice, di cen– sore, di ,maiestro, dd.regolo, di ard.stocrata, e che so iò ? Sa il cielo, se iin IIIlezzoad un lilllgua.gigioche il laoonismo, la ,sincerità, la fretta, l'illlesperienza, lo sdegno fecero e a buon diritto parere arrogante, sa il cielo se io verrumente mi sono arrogati ooh la coscienza diritti nOlll miei 5 ): Ma il sentimento· interno tllon basta. Giova imparare, eome Renzo, a .nOlll s'attaccare senza neoessità i s0111aglini 0,gli zoc– colì. Voglio quanto ,prima rilllunziare a quest' illlgrato mestiere 6 ). Voglio .... ,Ma ,qui tallltè oose avrei a dire all'ottimo mio signor Man– zoni, ch'egli non av,rebbe il tempo di leggerle. Creda alla sincerità del mio r1spetto e della mia gratitudine. Il suo TOMMASEO. 1) Opere di Alessandro M anzom milanese, con aggiunte e osservazioni critiche di NICCOLÒ TOMMASEO. Prima edizione completa, Firenze, Batelli, 1828-29. 2) « Non so da che banda farmi a dir di no a Lei, al quale mi sarebbe così grato ubbidire! Ma non '])Otrei dir di sl a quello che mi vien proposto costi, senza ilare come un dispetto ad altri di qui, a cui ho disdetta la stes~a domanda.» (Oar– teggio di A. Manzom, Milano, Hoepli, IiI, p. 442). 3) Queste « insolenze >l si leggono nella Biblioteca italiana,, novembre 1829. 4) TOMMASEO, ontro lo Zajotti. Per questa «baruffa» vedi A. Luzrn, Studi e .bozzetti, l\'lilano, Cogliati, 1910, p. 290. 5) « Il demone della critica sovente mi prese cosl pe' capelli, e fece talvolta parere tristizia quel ch'era in me vanità scolareSCJl.,o grettezza di studii, od osten– tazione di liibertà, o sdegno e sospetto d'ogni non vera grandezza» (Memorie poe– tiche, libro primo). 6) S'era condannato a tenersi nei cancelli della critica e della filologia fino ai trent'anni. [1 7 ottobre 'del 1832 « ultimo dl dell'anno mio trigesimo >l lasciò in tronco i Sinonimi e pensò Uiil dra=a. Ma anche dopo i quarant'anni, anche dopo i cinquanta, il demone dena critica lo tormentò sempre. Bibllote·caGino ~ianco Fondazione AJfred Lewiit Biblioteca Gino Bianco

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