Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
Lettere inedite del Tommaseo ad Alessandro Manzoni 391 giudli.cata bisognevole di risposta? Questo mi r,increscerehbe dav– vero: perché io ho veramente bi,sogrto d'una sua lettera. Ho dovuto schiccherare UIIlarticolo 1 ) sopra un romalllzo italiano ·ch'Ella no1I1 oonosce sì bene come lo conosce l'Italia. Ho detto oose da piaoere a Lei solo, e, sia detto con la debita riverenza del benigno let,tor,e, da IIlOnessere intese pèl loro verso che dall'Autore del liibro. Ella sa la mia pecca! Scuserà la necessità ililcui so1I1 posto di parlare di cose ch'io intendo alllcor meno del benigno lettore. Or che fa Ella, mi_ocaro signor Manzolili ? Ohe è della sua salute, de' suoi disegni, del libro sulla Lingua 2 ), degl'Irnni? 3 ). Di tutte queste dima1I1denon avrà risposta (se pur l'avrà) che la prima: ed io nolll saprò nulla dli ciò ch'Ella pensa pel 1I1ostrobene; e no111 potrò delle sue p,arole far ale al mio ililtellettuccio da farfalla. Ella vede· ch'io so citare a p-roposito il Monti 4 ) e s,o l'>eillderegiustizia ai bei versi. Io me ne ,sto tra quest'aure pregne di vita, e tra i lavacri che da' suoi gioghi a me manda A.pennino, e tra le convalli popolate à'oliveti, proprio oome un ablativo assoluto. Poco partecipo alla· gaiezza di questo cielo, alla libertà di quest'aria: poco mi rallegra quest'accento. ililcantatore, questa lililgU:adivina. Sono nello stato in cui era Davide qua1I1dosentiva il bisogno di scaldarsi il letto : il patetico è diventato il llllÌo forte 5 ), Sto scrivacchiallldo pel buon Vieusseux; vorrei preparare qualche cosa anch'io sulla lingua; ma avrei bisogno d'esserle più vicino, per nOIIlabbattermi 1I1ellesue idee,· per non cozzare con esse, p~r IIlOIIl cansarle, p~r poter dire che due persone in Italia vam.lÌJ.o d'~cordo senza copiarsi, scrivendlo sopra un vecchio ar.gomento. Sarà quel che piace a Dio ! · Il buOIIlCioni è a Pisa col figlio. GioDdani parla spesso di Lei e dice che se tutti pensassero come Lei, egli penserebbe come tutti. La oosa è chiara. Del resto la repubblica letteraria va oo' suoi piedi. Io nolll so quanti ,sieno, ma so che vaco' :suoi piedi 6 ). I miei rispetti a Maman, ·a tutta la sua Fami 1 glia, a Torti, a Grossi, se li vuole, a Rosmini. Creda all'àffetto del suo T0MMASEJ0. 1) Nell'Antologia d'ottobre 1827. È firmato K. X. Y. 2) MANzoNI, Sentir messa. Libro della lingua d'ltaUa contemporaneo dei « Pro– messi Sposi», inedito. Introduzione e appendici critiche di D. BULFERETl'I, Milano, {< Bottega di Poesia », 1923. 3) È noto che il Manzoni aveva in animo di comporre dodici Inni sacri. 4) Si rid'erisce forse alla Bassvilliana, IV, 1: Ba~te a voi più sublime aura sicura La farfe.lletta dell'ingegno mio. 5) Ofr. Memorie poetiche, Firenze, Sansoni, 1916, libro IV. 6) Per il Cioni, il Giordani e « la repubblica letteraria» cfr. P. PRuNAS, L' An– tologia di Gian Pietro Vieusseua:, Milano, Albrigh_i e Segati, 1906. BibliotecaGino Bianco
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