Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

Lettere inedite del Tommaseo ad .Ales.~andro Manzoni 389 r Maliziosa gli era sembrata donna Teresa Stampa, seconda mo– glie del Manzoni, al primo vederla. Ma, conosciutala meglio, constatò ch'essa era un aiuto a vivere per Alessandro. A lei dirà, nel '58, tutta l'ansia provata durante la malattia del Poeta; per mezzo di lei cer– cherà di ottenere un indirizzo, un motto sulla questione del dominio temporale dei papi 1 ). · Il proprio pensiero egli l'aveva già espresso in Rome et le monde. Ma nel giugno del '59, prima di rivolgersi al Manzoni, aveva stampato a Torino un coraggioso opuscolo·: Il Papa e l 1 Imperatore, opponendo :t Napoleone terzo che prometteva di serbare intatti al Pontefice i domini terreni, bastare al Pontefice, per non essere suddito, una sola città: Roma non reggia ma quasi tempio. E ai primi del '60, in mezzo al pru– dente ·silenzio che s'era fatto nel Piemonte alleato, osava ribadire nel– l'opuscolo Il segreto dei fatti palesi quale morale potenza sarebbe venut3! al municipio di Roma, amministrante se stesso e congiunto all'Italia, dall'autorità spirituale d'un uomo sopra milioni d'uomini sparsi per il mondo. Idea che il Tommaseo riconfermò in Roma e l'Italia subito dopo la breccia di Porta Pia, auspicando che il seggio del Papa in Roma avesse a divenire un punto quasi matematico, un che di mezzo tra quello che gli uomini dicono- « qualche cosa» e quel «niente» evangelico ch'è maggior cosa del « tutto >>mondano; uno spazio quasi spirituale nel regno della materia, oivitas meglio che urbs, mansione meglio che palazzo, asilo sa- cro meglio cb,e fortificato recinto. · Che cosa ne pensasse il Manzoni è noto. Più che a parole lo dimostrò coi fatti. · Un malinconico presagio chiude i colloqui del '55: « Ci siamo rincon– trati, - soggiunse. - E cosi ci lasciammo per non rivederci forse mai più sulla terra. >> :Si rividero nove anni dopo; cioè, fu il Manzoni che lo rivide, salito a ,Settignano a consolare d'una visita pia il vecchio quasi cieco, cui rimase di quella visita una sensazione d'ombra davanti agli <>echie la cara voce dentro il cuore. Mancatogli allora il tempo o il destro di parlare del lavoro al quale .attendeva, non molto dopo il Tommaseo gliene volle scrivere diffusamente (Inedita ottava). Gli pervenivano da Torino i materiali greggi, preparati a mano a mano dal prof. Bernardo Bellini di su i più autorevoli voca– bolari, p er il Dizio nario della lingua italiana, ideato dall'editore torinese Pomba e affida.to alla, sua direzione. Sulle bozze di codesti primi mate– riali egli corregge va, riordinava, rifondeva secondo il bisogno, arric- . .chendole d'aggiunte sue e dei numerosi collaboratori. Sul Lago Maggiore, a Lesa, avevano ragiona,to insieme della necessità di un buon dizionario italiano.· Sappia ora il Manzoni che·, in questo, sono osservate le varietà dell'uso, non mancano i modi scaduti dall'uso, abbondano i modi vivi del– l'uso. Il desiderio di mostrarsi « non tahto ribelle>> alle opinioni profes– sate dal maestro fa qui parlare il discepolo. La comune passione della 1) Manzoni intimo: Memorie e lettere, a cura di M. SCHERILLO e G. GALLAVR!i1SI, Milano, Hoepli, 1923, vol. III, Appendice. BibliotecaGino Bianco

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