Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
512 SÉVERIN, L'homme blanc ricchezza. E si affanna in questo doloroso dubbio ricercando le cause dell'ingiusto abbandono di un'arte e di una creazione che fu per tanto tempo popolarissima. << Il cinematografo» gli rispondono i più; la cosid– detta arte muta, ha ucciso la vera arte del silenzio : la pantomima; e a tal punto .Séverin ci offre la più luminosa prova della sua profondità, sviscerando sotto i nostri occhi la propria difficilissima arte, e compa– randola a quella cinematografica. Certo, il cinematografo è arte del gesto assai incompleta ancora, e muta per modo di dire, che le didascalie indispensabili la rendono ciarliera a dovizia; il cinematografo ci fa sentire, è vero, il disagio della parola, la mancanza di essa, e i suoi per– sonaggi. ci sembra di vederli agire attraverso un cristallo che ci im– pedisca di udirne la voce, ed oggi poi lo si incammina esattamente in senso opposto tentando di farlo direttamente parlare cantare e strepitare, ed allontanandolo sempre più dalla pantomima, arte del gesto perfetta nella sua espressione; con tutto ciò, sia per la no– vità, e per tutti quegli elementi che il cinematografo di nuovo ha portato con sé·, esso ha straordinariamente attirata l' attenzione delle masse e a detrimento, si cr,pisce, di altre forme di spettacolo già esistenti. Charlot, del quale Séverin si professa ammiratore grandissimo, e non poteva essere altrimenti, ha un po' sintetizzato in un tipo felicissimo flel nostro tempo le vecchie maschere del teatro, Arlecchino e Pierrot, Pa– gliaccio e Pulcinella; e se oggi Pierrot fosse ancora nel suo vivo splen. dore il suo spirito sarebbe molto vicino alla creazione dì Cha;rlie Chaplin. E un'altra forma d'arte mi piace ricordare, che .Séverin non menziona,, ma che in questi ultimi venticinque anni ha attratto l'attenzione delle élites parigine e dì tutto il mondo, e che appunto a Parigi ha avuto la sua fucina: il Balletto Russo, forse più vicino alla pantomima dello stesso cinematografo. Come che sia Pierrot è divenuto per questo una figura doppiamente nostalgica; e coloro che amano indugiarsi la sera e girellare per quella Pa ·gi che ancora conserva ricordi dì vita e d'arte più che cari agli artisti, per quello che ne resta del vecchio Quar– tiere Latino, soffermandosi vicino alla chiesuola di Saint-Julien le pauvre, giungendovi per le ultime viuzze che rimangono, o calando dol– cemente per l'ampio Boulevard Saint-Michel fino al fiume, fino all'ap– parizione un po' velata della maestà pensosa. di Nòtre-Dame; o giungen– dole al fianco dalla ancor lunga e stretta via del Tempio, dal brulicante quartiere dell'Hòtel de Ville, ·o alle spalle dall'isola remota di Saint– Louis, gli occhi pare cerchino qualche cosa intorno, la faccia bianca di Pierrot appare come quella d'un amico col quale dividere la dolcezza dei luoghi dell'ora e dei ricordi. Pierrot non è morto; appoggiato l'agile corpo alla spalletta della Senna, la faccia affondata' nelle ampie inani– eone della veste candida, come un fanciullo placidamente dorme. 1'fifift~one Alfred Le1'fffi ALDO P ALAZZESCHI. iJitibliuleca Ohru Bi3t1~000JE'rr1, Direttore responsabile Libro ddìfgfE,AFIA lilNRrcoAltlAN1 - VIA S. GALLO, 33 - FIRENZE. :: ..~~ibliokca .. G~inoBianco 9,: _···.... ' in data .......... .:1 ... ~ .... ~~ ........... Bib.l10tet;a u , ...,., C.... ,...... -
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