Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
.. Lettere inedite del Tommaseo ad .Alessandro Manzoni 387 111.·aseo ,scrisse la violentissima lettera a stamp~ Contro lo Zajotti, di cui ci restano prove del rispetto e dell'ammirazione che tributava anch'egli, inquisitore politico detestabile ma letterato degno del nome, .al grande scrittore. Fremeva ancora scrivendone al Manzoni : « Io doveva tacere, lo veggo : un momento d'ira mi vinse. Scriveranno nuove ingiurie, ch'io sosterrò tranq 1 uillo in silenzio. » Nuove ingiurie non. furono scritte. All'arte toscana, che per la sua spiritualità e forza· semplioe e ani– mosa gli pareva convenire al suo temperamento, 1 il Tommaseo veniva sempre più accostandosi e volentieri s'intratteneva con .François Rio,. sooso dalla Bretagna in Italia a studiarvi l'arte cristiana nella intensità dell'ispirazione più che nella perfezion€J dèlla tecnica. Il Rio desiderava di conoscere il Manzoni, e il Tommaseo fu lieto di presentarglielo (Ine– dita quarta). Ammirato ne rimase -il Brétone, che si partì da Milano senza avere un'idea netta de' suoi monumenti, ma felice d'aver visto Manzoni, « il più bel monumento, doppiamente vivo, deÙ'arte cristiana,.•)) L'incanto glì si rinnovò nella primavera del '34, e più volte ancora durante la preparazione del suo lavoro. Come prezio'si ci sarebbero codesti colloqui d'arte e di fede! Ma il Cantù, che qualche volta, era pr,esente, non pensò a conservarli; e il Tommaseo, che nei suoi Golloqùi nomina il Rio elogiando più il libro dell'uomo, non lascia tempo all''interlocutore di dire una paroJa. Leggo tuttavia, nel carteggio inedito, che il Manzoni lodò lo scrittore brétone al Montalembert; questi inserì il giudizio de,l Manzoni in a,lcuni giornali francesi favorendo così altamente il prestigio dell'amico, il quale a su~ volta, trattando dell'.infl.uenza esercitata da Federico Borromeo su!Farte in Lombardia, non tralascerà di ricordare ai suoi lettori di Francia il più bel romanzo italiano del secolo decimonono. Nel raccomandar il Rio, noJil,erai mancata al Tommaseo una seconda intenzione: « S'Ella poi in un momento d'ozio, o per meglio dire di-pa– zienza, vorrà dirmi del male de' miei Sinonimi .... ll .A!sperttavacon ansia, perché di un tal maestro ambiva la lode, ma il silènzio l'addolorava come condanna,. E s,i che una lunghissima lettera, e poi un'altra, aveva abboz– .zate il Manzoni, proprio per dirgli del male! Solo nel '33 gli sovviene che non aveva ancora, fatti i ringraziamenti pel Dizionario de' Sinonimi, « del quale Le dirò soltanto che m'è come un libro di scola. l) ·Come un libro di scuola. Ripreso in quegli anni il lavoro sulla lingua italiana, il Manzoni.incomincia: «Sentir.messa è più comune di udire, ma è d'uso anche questo. - Cosi un uomo, il quale ha fatto un grande studio dell'uso e degli scrittori insieme, e a cui Domeneddio ha dato assai di quello che fa che si studii con frutto: il signor Tommaseo. ll Un lungo intervallo presentano queste lettere inedite; ma nei car– teggi col Cantù, col çapponi, col Rosmini, è un continuo domandar di Manzoni, un voler essere ricordato al Manzoni. · Nel settem·bre del '39 il Tommaseo tornò dall'esilio di Francia, e gli parve che il Manzoni lo accogliesse freddo. Parrebbe il contrario da
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