Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

480 T. G.A:.LLARA'l'I SCO'.1."l'I, Vita di Dante che non sia per Beatrlce, non può essere che a sfogo d~lla sua lussuria! Come spiega il Galiarati 1Scotti il. lamento per la troppa, gravezza che dà Amore.e il pianto per la morte a cui conduce la giovinezza della donna in canzoni come Amor, ohe movi t.ua virtù dal oielo e Io sento sì d'Amor la gran possanza, non scritte certamente per Beatrice e che pur cele– brano Amore come princiJ?iO d'ogni virtù e d'ogni gentilezza? E non sarà dunque lecito a chi ,sia preso dalla divina passione deU'arte scrivere canzoni come le pietrose senza esser pi.ossi da un sentimento immediato di passione sensual,e ? Nessuno intende negare che in Dante poesia e vita formino « un'unità inscindibile » ; nessuno v.uol fare di lui « il virtuoso delle lettere,· il mestierante della penna, lo sfruttatore artificiale del– l'arte» : ma fu pur egli uomo dei suoi tempi, ~d è esagerazione pensar~ che non abbia potuto scrivere se non spinto da « una terribile forza, ca– p~e di penetrare tutto l'uomo e di dominarlo, di squassarlo fino alle radici per rivelargli · le ragioni ve['e della su~ esistenza e per aprire 1,a vena nascosta del suo genio .... » Non faceva poesie per compiacere altrui (ad esempio il fratéllo di Beatrice), per rispondere a questioni di vario genere, per definire Amore, per accompagnar doni ? cosette per ischerzo, parblette da, adattare a musica fatta? Non tenzonò di motti e d'ingiurie con -F<:>rese?Non apparisce chiaro nella Vita .Nuova cert~ adattamento dell'invenzione a usì trovadorici e cavallereschi ?•E .se paragoniamo le rime accolte nella Vita Nuova con quelle lasciate fuori, non abbiamo tracce di altri cambiamenti e aggiustamenti perché tutto corrispondesse a certo ideale formatosi più tardi e a certo sentimento finito per trion– fare su altri e acuitosi per la breve infedeltà causata dalla, donna pie– tosa? Non ammette il Gallarati Scotti stesso che Dante ci narra in quel– l'opera la sua storia intima velata e intrecciata, a elementi fantastici, « come ogni romanziere ha diritto di fare » ? E poco tempo dopo la morte di Beatrice, alle rime d'amore non .s'aggiunsero rime per la filosofia? e non f~ questa ,figurata sotto forma di donna gentile per il preconcetto che non conveniva rimare sopra, altra materia che amorosa non fosse ? e. non' s'infervorò · tai~to .in questa idea, da ·concepire. (già molti anni· prima che pensasse a,l Convivio) una specie di 'poemettò composto di canzoni e altre rime, con espedienti e ripieghi puramente artistici, per. dare ad esso unità e varietà d'invenzi,oni, dei quali rimangono traccia nel principio delle canzoni Le doloi rime e Posoia oh'Amor e in- tutto il contesto dei sonetti Parole mie e O doloi rime ? Le domande si potrebbero moltiplicare; né verrebbe fatto di risponder loro se non ammettendo na– turale anche in Dante quello che è stato sempre per tutti i poeti, spe– cialmente nei periodi di preparaziòne, e c:;hepiù doveva esser naturale allora per l'uso di celebrare la donna e amore, anzi per la moda di poe– tare su tutto, in ogni occasione: e s'aggiunga pure in spiriti come Dante · la cura, di perfezionare la parte tecnica per il desiderio d'avvicinarsi al– i' arte dei poeti latini. Qualche altra domanda, ancora. Che prove ha, il Gallarati Scotti da addurre a sostegno della sensualità che afferma in Dante? È sicuro che egli amasse le due donne schermo per unà non buona, suggestione eser~ citata su la sua fantasia e i suoi sensi dal « mondo estetico e pro– fano» di Guido Cavalcanti? Non è piuttosto da, pensare, come parecchi BibliotecaGino Bianco I

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