Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
, 298 E. Allodoli restiera aveva pur salvata tante volte da estreme rovine. Anzi, a tal proposito, « disegnando il Consiglio di fare severissimi decreti con– tro agli autori edl agli irmp;ressori di queste sc-ritture diffamatorie e sediziose, ella si oppose a questa O[Pinione,asserendo che il proibirli era una certa maniera di autenticarli, e che non vi era maggior !Prova di conoscere i buoni che quando sono mal voluti e lacerati da' tristi. >> Si vede questa madre di tre re sempre in moto, da un capo al– l'altro di Francia, nelle sue comode lettighe, ma in qualunque sta– gione, far rassegne e mostre di svizzeri e di francesi, sciogliere a suo rischio e 1pericolo le situazioni imbrogliate, sfidando con la pre– videnza la sorte. Il coraggio è la sua prerogativa, non la raffinatezza di libidine cui si sono abbandonati superficiali descrittori di lei, come Brantòme e Voltaire, per citare i più famosi tra i tanti; vuol salvare le vite dei figli, l'esistenza dello ,Stato e della Monarchia, l'a Francia. S'incontra coraggiosamente con Enrico di Navarra, dopo ben sanguinosi avvenimenti, e pare, a prima vista, questo un in– contro di Sim.igaJllia e ,di condlottieri del Ritnaiscimeinto iitali3Jllo. Il Borbone ,sospettoso è veinuto oon ottocento cavalieri e duemila fanti, Caterina, grian ,signora bO!Ilaria,non sospetta di nulla, lei ; sa cib.eEll1 - rico non le farà nulla, ma lo sa solo lei; nessun altro l'avrebbe con– sigliata ad andare. E il colloquio amichevole si svolge, mentre cin– quanta cavalieri sono da una parte e dall'altra ad uguale distanza. Quando invece si tratta di scrutare le intenzioni del Guisa, dello Sfregiato, ancora lei decide di andare, attraverso Parigi in– sorta e 1piena di barricate. << Mandò a dimandare il passo a quelli della città i quali con insolenza intollerabile, ma molto ben dissi– mulata da lei, negarono di poterla lasciar (Passare in carrozza, ma che l'avrebbero lasciata' passare a piedi. Onde postasi nella sua sedia, accompagnata da poco seguito de' suoi gentiluomini, passò con grandissima fatica sino all'ostello di Guisa, convenendole di pas!3o in passo fermarsi, finché fossero aperte le barricate, e di mano in mano riserrate di nuovo .... >>Pur era necessario così fa– cesse la figlia del Pensieroso, che 1pur era stata padrona di Francia la 111uoradi Francesco primo, la vedova di Enrico seco111do, la Reg: geinte 1 la Regina. Quando Enrico terzo riesce a fuggire dalla ,sollevata Parici è Caterina che tiene a bada, nel [)alazzo dei Guisa, lo Sfregiat~.' E qu_a~do la co~ fu sc~perta, il Duca_ a lei rivolto, impetuosamente grido: - 1 M-adama, 11.0 sono assassmato: mentre Vostr-a Maestà mi tiene a bada, il Re per farmi maggior aggravio se n'è partito. Ora che tutto un popolo urla contro il suo Re, travolto. in un odio senza pari, la vecchia :fiorentina rimane, ella sola di tutta la Corte, in quella bolgia infernale << per essere ![)resente e vedere tutti gli andamenti del fatto.>> BibliotecaGino Bianco
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