Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
202 U. Fracchia :figliuola, si sentiva punta dalla curiosità di_c~os_cere la. ~igi:i-orilll~ Alessandra Iupiter della quale (a leggere 11 biglietto di'mv1to) s1 soloonizzava quella sera il fidanzamento con il giovane conte Pepi. Le cose, IIlOnle persoille, erano oggetto dell'U!Iliversale stupore. Si vedevano facce cotte dal sole batter le ciglia ,ai raggi dei lampadari. Per alcuni il guardarsi negli immensi specchi era un gioco elet– trizzante; altri toccavano le tappezzerie, le comici dorate, i marmi degli stipiti come per assicurarsi che erain veri. I pennacchi delle dame, .struzzi, paradisi, code d'airone, oscillavano alle allegre note del Tipperary, suonate oon brio dall'orchestra mezzo nascosta dietro una cortina ,di palme, come i pennacchi dei colonnelli e dei gene– rali d'una volta, nell'il\I'ia fremente della piazza d'armi, al fra– stuono delle musiche e delle salve, il giorno della grainde rivista dello Statuto. Eppure anche quelle note tanto famose, che avevano accompagnato mezzo mondo •adluna morte eroioa e, sembra, piene di un sinistro influsso, non avevano più nulla di marziale, ma in– vitavano, con il loro ritmo di canzonetta, alla più lieve spensie- ' ratezza. La ressa dei ballerini era enorme, e, non bastando a con– tenerli la gramde sala da ballo, se ne vedevano da per tutto: In ogni angolo c'era un guerriero il quale non chiedeva che di morire per mano di un nemico armato soltanto di un ventaglino o d'i due occhi di lapislazzoli, o una fortezza vestita di rosa, d'azzurro, di verde, di bianco, difesa da merletti, avvolta in nembi di velo quainto mai trasparenti e leggieri, e pronta ad arrendersi alla prima mi– naccia di assedio. Il contegno dei cavalieri noill era in tutto irre– proosibile : s'udiva scrosciare qualche risata UIIlpo' troppo grassa, sì vedeva balenare qualche gesto temerario, e frasi infiorate d'im– magini guerresche ferivano spesso orecchi assai delicati. Qua e là una macchia :fioriva sul grigio di una giubba e qualche stivalollle non brillava proprio come uno specchio. Anche le cadenze, i passi e contropassi illOnerano molto sicuri, né d'una levità da fare invidia a un Oecchetti; e pareva che molti, anziché scivolare sopra un pa– vimento liscio còme un biliardo, inciampassero in iillsidiosi ostacoli, bocche di lupo e reticolati. iM•ale dame, indifferenti al pericolo di lasciare sul campo uno dei loro scarpini di raso, o un lembo di sciarpa o di sottaina IIlei denti d'un rapace sperollle di capitano, si abbandonavano volentieri e :fiduciose contro ,quei petti, su cui le me– daglie facevano un cosi grazioso tintin1I1io. Il maggiore Iupiter, separato d'ai suoi, si lasciava lentamente portare dal flusso e riflusso delle correnti che attraversavaino in ogni senso quelle sale piene di pittoresco disordine. Il vecchio frac che egli iilldossava gli conferiva l'aspetto di un persona;ggio auto– revole in visita all'Esposizione Universale di Parigi del 1878, dove avrebbero certo brillato degnamente, lllella cornice di alcune cen– tinaia di fiammelle a gas, i lunghi e molli calzoni, le larghe oode, BibliotecaGino Bianco
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