Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
Le Scuole di musica in Italia 197 disciplinare amebe troppo l'attività didattica e le direttive arti– stiche. Orarii e programmi rigidamente :fissati, cattedre ~abilite , ugualmente in ogni Istituto, ferrei regolamenti, ~ via di seguito, quasi che tutti gli allievi sieno fatti su UIII.O stampo solo e su Ullli unico modello fisico Ìllltellettuale e psichico. Questo si potrà fare ÌIIl altre Scuole, ma in quelle d'arte, no. Libertà ci vuole, e un po' di :fiducia in coloro ai quali questa libertà si COIIlcede.Ogni allievo di una Scuola d'Arte è urn soggetto a sé, che il Maestro deve studiare, plasmare, trattare a secooda delle doti positive e negative ch'esso rivela. Ad UIII.O gli sproni, a un altro la briglia; Tizio è un precoce, Caio un tardo; l'uno ha spirito medi– tativo, l'altro impulsivo; la sensibilità di un tale è limitata ed arretrata, quella del tal altro è aperta e indagatrice; e vi sono strutture fisiche da correggere, difetti da togliere, educazioni da formare. Come è possibile pensare che questi esseri diversi deb– bano venir trattati tutti alla stessa stregua ? « Corso :iJD.feriore, amni tam.ti ; corso superiore, ·anni tanti. » Si debbono trattenere alunn i che han!llo già le ali pronte al volo, e mandar pel mondo altri che le penne hanno deboli. Poi c'è il limite d'età, e i programmi d'esami tutti uguali e uniformi; e le votazioni a decimi e cente– simi ecc. Come è possibile pesare il talento e la cultura di un gio– vrune, se lo si chiude :iJD. una stamza e gli si dice: - 'l'u ÌIIl dodici ore devi fare un tempo di Sonata. Ecco il tema!? Io penso ·qurunto utile sarebbe invece un contatto quotidiano fra mlllestri ed allievi ; e quind'i la necessità di abolire gli esami di licenza per gli allievi esterni, e di obbligare alla iscrizione in un Conservatorio, alìneno per l'ultimo trie!lllllio, chi vuole aivere un di– ploma. E penso anc6ra che il giudizio dovrebbe esser dato, lllOIIl come un peso farmaceutico a grammi e centigrammi, ma coo un semplice « ammesso o non ammesso», « promosso o non promosso», « licenziato o non licenziato ». E il camdidato se ne andasse poi COIIl Dio, e col suo :iJD.gegno se ne ha. Ma si diceva dianzi che a questo stato di cose ci ha portati l'ec– cessivo numero di studenti e la mancanza di un vaglio a maglie più strette. Infatti, 111eiConservatorii, i veri temperamenti musicali sono pochissimi. Questo vuol dire che in questa musicalissima Italia è dimillluita la musicalità ? No, l'Italia è piena d':iJD.gegni;ma essi, purtroppo, appartengono a classi che 1110npensano di avviare, o non possono, i loro :figli agli studi musicali. Oggi lo studio della musica è considerato dai più, un complemento di lusso alla cultura generale dei giovani bennati, e le scuole sono frequentate unica– mente dalla media e alta borghesia. Ne sono quasi totalmente esclusi i :figli del ,popolo, specie quelli della provincia e delle campagne. Il male è in questa esclusione. Il maestro Pratella suggerisce un rimedio che mi sembra ottimo : iblioteca Gino Bianco
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