Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

194 C. Tit1niati d'UID. riso amaro nel quale sembrruno stridere, cozzando, la speranza del credente e la delusione dell'incredulo. Un giorno è venuto. Ha portato in giro la grossa pancia lisciandosi i basettoni, ma s'è fermato soltanto nel reparto dei [Pazzi criminali, di fronte alla cella d'un pervertito omicida. E mi ha chiesto il nome. Feroci. Feroci? Gli occhi gli si sono illuminati alla strana coincidenza. Ne ha ascoltata la storia solennemente e, nel salutare, stava per congra– tularsi, serissimo, con l'omicida. - Feroci ! come sta il nostro Feroci ? Per mesi e mesi mi salutava così, arrotrundo con gioia crudele l'erre della parola. Povero e buon compagno di mensa ! L'hanno trovato una mattina col volto più bianco tra i favoriti neri, suicidato. - « A. vien .... a vien! ... » Piccolo, curvo, con l'aria d'un sensalotto emiliano in fiuto di merli, trotterella contento come un ragazzo, il pacco dei cartoni sotto il braccio, le matite che sbucano dal taschino e negli occhi azzurri una maliziosa curiosità. - « O'al vaga pian el me amig! ... Tutta bravissima gente questi tuoi clienti, ma .... se girassimo un iPO' più alla larga ? )) ~ogguarda, prudente, i malati che gli si affollano attorno. Ha trovato il suo tipo. Modello ideale. Da anni immobile, sotto la [Pioggia e il sole, sembra in perenne vedetta della propria follia. Il pittore s'è seduto sopra uno scalino e ha dimenticato tutto. Ra– pido, tira giù sul bianco del cartone il modello impietrato. E nei guizzi rossi della sanguigna traduce col suo linguaggio quel che noi diciamo con lunghe !Parole. - Cosa avrà mai trovato di bello? - gli chiede, ironico, qual– cuno per la strada. Il pittore ride e mi guarda. Ha l'aria di dire : « :Ad bel '! Al m'tol pr'un esteta .... >> E si frega le mani, con i gomiti stretti sui cartoni e mi strizza l'occhio accennandomi col capo una polposa. rotondità che gli cammina dinnanzi. E ha l'aria di dire: « Quel lì, si, c'Fè bel .... >> Nel varcare con me la soglia il collega s'è voltato sorpreso a. guardarmi. - L'han portato qua ? - Aveva riconosciuto nell'atrio, seduto sopra un pancone, il ce– lebre scultore. BibliotecaGino.Bianco

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