Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

I tetti rossi 193 e lo sguardo appoggiato al nulla, un vecchietto inaippuntabile dalle ghette biàlllche alla discriminatura diritta sull'occipite, due signo– rine sui trenta che sll[)erano il terrore del luogo e lo sorvolano quasi, cercando la nostra conversazione con gli occhi smaniosi di legale naufragio. , Tutti hanno voluto vedere tutto e non hanno visto nulla. La vecchia preoccupata dell'asma e dei pizzi, lo spiritista per– duto in chi sa quali pensieri, il vecchietto' attento alle sue scarpine lustre e le mature fanciulle all'ora che fuggiva. In un cortile la comitiva è stata accolta da urli e da schiamazzi. I malati più lucidi hanno avvertito forse l'irragionevolezza e l'ir– riverenza di quel passaggio o le tre sottane hanno svegliato la fregola sopita. Epiteti, bestemmie e inviti senza sottintesi. Ab– biamo dovuto spingere il futile branchetto a gran velocità. La visita lunga ha stancato la baronessa senza turbare il suo volto mascherato. Ho udito soltanto un SOS![)iro di sollievo ed un oh! di gioiosa sorpresa allorché s'è ritrovata nella nostra saletta da pranzo di fronte alla tavola pronta per il tè. Soltanto li, fra i biscottinì, si sono ritrovati tutti, per davvero. Da un anno, tutte le volte che lo vedo alla trattoria mi ripete che vuol venire a vedere l'ospedale. E non si decide. Teme il luogo e ne parla con la coill![)etenza d'un conoscitore. Cosi è degli studi che coltiva. Non ha mai varcato le porte di due città e sa dirti di chi è la pala dell'ultimo altare in fondo all'ultima chiesa di Sicilia e di Piemonte. Come sa dirti in qual giorno un pontefice dell'evo medio tenne il letto per una colica. Memoria; loquacità e pigrizia prodigiose. Perché arriva regolarmente a tavola quando tutti hanno ter– minato, i domestici son soliti ad apparecchiargli l'intero desinare iLn un sol piatto ed egli, oontinuando il discorso della sera avamti, trangugia a casaccio quel che gli capita sotto la forchetta o sotto le dita. Piccolo, grasso, panciutissimo ama farsi un viso feroce e !Per un mese lo vedi con due baffacci di pece e più tardi con due spaventosi favoriti neri ch'egli si liscia coill![)iaciuto con l'aria di dire : Lo vedi ? eh ? se adesso posso farmi temere ! Fanciullo, in fondo, e a suo modo, poeta, s'è corrotto nell'ozio e v'ha perduta ogni dignità. Dice di qualcuno : È molto dignitoso! con una voce stridula amara e tagliente. Debole, adora il forte e lo detesta giudicandosi vittima di quello anziché di sé stesso. Cova vendette formidabili e passa delle ore sotto il sole ad un piccolo bersaglio per apprendere la mira giusta. Il manicomio lo attrae come un abisso, non come ·una luce. « Ah, ah! l'anima d'un demente! Se la immagina lei, volare in cielo con. le alette rosa ?... » E ride 12 - Pjgaao. ·bhoteca Gino Bianco

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