Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
192 C. Tumiati LA VETRINA. C'è, in un corridoio dell'Ospedale, una vetrina. Ho imparato da l~i più cose, forse, che non dai trattati. È la vetrina-museo che racchiude gli esemplari dei ceppi usati un tempo per «tenere)) i pazzi. Pesanti anelli di ferro, catene lunghissime o brevi che s'appli– cavano per uno dei c~pi al malato e per l'altro al muro o ad una gamba della tavola, cinture di cuoio fatte a misura del torso o degli arti, COI'Jpetti ((di forza)) dalle lunghe maniche chiuse da incrociarsi, con le braccia, dietro la schiena, duri gambali che irri– gidivano il ginocchio, bracciali che stecchivano il gomito. A toc– carli,- questi strumenti di tortura; par di sentire ancora il tepore dei corpi e lo strazio dei visceri, tanto visibili recano le imp;rollltè del lungo uso ed appaiono spelati, corrosi, marciti dal sudore e· dalle piaghe. Sembrano ideati da un nemico feroce perché la follia s'arro– venti nella tortura fisica ed alla mente ammalata sia negato l'unico sollievo del moto. L'animalità prepotente del folle è vilipesa, umi– liata; il delirio, l'allucinazione, l'angoscia mortale, il furore pro– rompente sono èhiusi, costretti senza possibilità di sortire se non dagli occhi straniati: immobilità tragica che faceva del folle la vittima impietrata di due nemici: il male e gli uomini. Avarizia sociale, paura, superstizione, ignoranza. Questa vetrina è un docu– mento, un monito, una fonte d'orgoglio. Guai a chi la tocca! Ohia– r1igi-Pinel. Luce d'intelletti pietosi partita di Toscana e di Fran– cia, tu illumini da due secoli la nostra opera e ci segni le mete lontane. Per te soltanto il misterioso feroce pazzo,· mostro da inca– tenare o da esorcizza;re, divoollle la creatura compassionevole, per te l'essere reietto si mutò in istrumento di conoscenza e dal buio delle menti distrutte s'accese la laID[Pada d'una scienza nuova. Per te il recluso d'ieri è il malato d'oggi, l'infermiere ha sostituito la catena e per te ride il sole nei giardini dei folli, s'allineano, can– didi, i letti nelle corsie, la casa dei ((guardiani)) s'è fatta biblioteca e laboratorio e sulla tomba dell'ozio che seppèlliva anzitempo i mi– seri sorgono ridenti le officine e regna il Lavoro, farmaco sovrano dei folli e dei savi. VISITATORI. Perché la baronessa X... , ottuagenaria dal vecchio volto nobile impastato di crema rosa e tutta tremula nell'abito di pizzo abbia voluto vedere un manicomio, non so. È stata invitata da un collega ed è arrivata insieme alla sua corte di devoti e di parassiti._ Uno spiritista con gli occhi sbarrati BibliotecaGino Bianco
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