Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
184 B. Tecchi stati quei sonnellini che schiacda,va il dopopranzo, ma il fatto è che sterntava a prender sonno e gli davamo noia, ora che ricomincia– vano le notti lunghe e s'infittivruno gli amori notturni dei gatti, quelle grida ilildiavolate. . . Fu in una di quelle 1I1ottiche, non potendo prernder. sonno, gh parve di sentire, in mezzo a quelle grida, un'altra voce, umana, di donlila. Caspita, veniva dalla villa. Era la signora! Ma. era tutta un'altr,a voce, colllcitata, vibrante, cattiva. Impossibile, impossibile, nolll la riconosceva più. Ma era lei; e nelle pause, benché le grida dei gatti di nuovo s'illlllalzasser,o, si capiva che un'altra voce rispon– ·deva, ma questa lllon si distingueva. Il vecchio si alzò in piedi, ritornò a letto, non sapeva che pen– s,are. E la matti1I1acorse dalla cameriera, la interrogò, voleva sapere. Quella fece un viso di statua, noill sapeva nulla, con quell'aria che sempre aveva di dargli del matto o, dell'imbecille. Quando la mattina la signora discese dalle scale, il vecchio era a guard'arla. Discendeva lentamente, 0oill un libro in mamo, e s'ap– poggiava ogni tanto alla riillghiera. Quell'impressione di stanchezza o di lamguore che il vecchio altre volte aveva notato, pareva fosse aumentata. No1I1 poteva vederla in viso, ma quando, discese le scale, la sigmora s'incamminò per i viali, sembrava che da un momento all'altro dovesse inciampare e cadere, tanto l'a;ndatura era stanca; e invece ÌIIl altri momenti la persona curiosamente si drizzava e pa– r,eva si dondolasse quasi per giuoco, come se passando accanto agli alberi, li abbracciasse. Il vecchio 1a seguì 0On lo sguardo a di– stanza, la vide erntrare nel boschetto. Ma quando, poco dopo, vide che accarezzava ullla gattina bianca tutta smorfiosa che adesso era l'amica prediletta e la sentì ridere, con quelle risate gorgheggianti, da bambina, che le faoevano piegar la testa all'indietro, « non è niente, - disse - si vede che la notte, mentre sogna, parla da sola, e grida spaventata. C'è della gente che fa cosi.>> La signora fu quel giorno più gentile del solito. Lo chiamò entro il suo rifugio, gli .fece raccontare tutto quello che voleva. Aveva sì ogni tanto un pensiero cupo che le passava negli occhi e pareva anche di vederlo trascorrere sulla pelle bianca come u1I1'ombra visi– bile, oppure dava in certe risate improvvise e Ulllpo' matte; ma alla filllela mancia fu magnifica, quasi incredibile. « La signora è buona - diceva il vecchio. - Non c'è niente.>> La notte però volle stare a sentire lo stesso· e benché lllon avess~ dormito da ventiquattro ore, si sforzò di st~re con gli occhi aperti, ascoltamdo. Fino a mezzanotte, niente. Ma lllelle ore più fonde della notte ecco come il rumore dli U1I1a porta che si chiudeva, e poi dei passi s~ BibliotecaGino Bianco
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