Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
I gatti 183 Dal :fi,tto del boschetto allora compariva il viso della signora e, cosa curiosa, im.vecedi essergli grata, la sigmora si mostrava come spazientita di quell'intervento. - Lasciatele fare - diceva colll voce molle - sono bestie. - E qualche volta aggiungeva amche, mi– steriosamente : « bestie meglio che uomini». Su questo punto no111 andavano d'accordo. « Che sono bestie, va bene; e voler bene alle bestie, anche questo va bene, sebbene prima si dovrebbe voler bene ai cristiani. Ma in quelle cose, via!» Anzi, dli quella troppa indulgenza, gli restava quasi un'ombra o l11ll'irrita– zione, e come per rimetter le cose a posto, quando la signora era rientrata in casa e qualcuna di quelle bestie gli capitava a tiro, tac, gli scappava di mano, anche senza volerlo, uno scapaccio[le o u111a sassata. Ma poi rimaneva col naso per aria, la mano della sassata pro111tamente messa in tasca, a guardarsi d'intol'IIlo per vedere se qualculllo dalle fimestre l'avesse visto .... Del resto, quelle giol'IIlate d'ottobre - d'un ottobre caldo, dopo un settembre piovoso - parevamo fatte apposta per rimettere un certo assopimento nell'aria e scacciare tutti i pensieri. Dopo pranzo, il sole, intorno alle poche viti che erano nell'orto, - e intorno a l11lla vite c'era già la scala per la vendemmia - era ancora caldo quasi come dJ'estate, ma ,aveva in più un certo torpore che invitava al sonno. ,Se poi dal bosco arrivava un fiato di vento che muoveva le foglie dei pampim.i e dalla scala abbandopata intorno alla vite si vedevano scendere giù, a due a due, le zampe felpate di l1IIl gatto, quegli erano gli ultimi tocchi per chiudere le palpebre al sonno. Il vecchio, che stava su una panchina di pietra, davanti alla vite, s'ah– bamdonava .... Gli pareva allora di vedere un fiume tutto liscio e sopra, una barca curiosa, fatta tutta di code di gatto, e andava oon quella barca sul fiume liscio come groppe lanose di gatti. ... « N 0111 ti fidare del morbid:o !)) diceva subito, scuotendosi dal sonno. E si stropicciava gli occhi, quasi con stizza, muoveva le gambe, voleva mettersi a far qùalche r,osa. Ma ,poi il pensiero della « cuccagina )) in mezzo a cui si trovava, lo riprendeva con dolcezza. « La vita dev'esser presa così)), e faceva un soffio sulla mamo come se ci fosse stata una foglia sopra. Che mai si sta a far tanti pensieri e sospetti? Tutta la sua vita, di prima, era sbagliata. E aveva sbagliato anche a prendersela tanto per quella che era stata la sua moglie e gli aveva fatto poi quella figura ... Sicuro che aveva sbagliato. Ma vedendo che quest'argomento gli re– sisteva ancora ed era doloroso, scantonava, e ritornava ad altri pen– sieri. << Però - concludeva - come un po' di quattrilili fanno bene!)> Era quel o-ruzzolo che con le mance della shmora gli era riuscito di ::, ' ~ . metter da parte, che faceva cambiar colore a ogim cosa. Ma la notte non poteva dormire più bene come prima. Saranno "bliotecaGino Bianco
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