Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
182 B. Tecchi piena estate la smettevaJno_.Per_ tutte le alt~e c_oseil v~cchio_era di– sposto a chiudere un occhio e h avrebbe chiusi magari tutti e due, pensando che proprio i gatti, in fondo, erano stati la sua fortuna ; ma di fronte a quella ost:ùnata resistenza di ardori 1I1onpoteva fare a meno d[ provare ooa certa antipatia. « Figli di cani -- diceva - neppure com il solleolllevolete smettel'la )>, e avrebbe dato loro così di gusto un calcio o UJnasassata. C'era specialmente un gruppo di quattro o ciillque gatti intoooo a una femmina, già tutta morsicata e spelata sulla groppa, che erano di una as8iduità formidabile. Per ore e ore erano capaci di stare accovacciati e sorillioni sotto U!llalbero o accanto a un muretto, apparentemente senza Uilla ragione : ma chi si fosse fermato a guardare avrebbe scoperto, dopo qualche momento, che tutti gli occhi giallognoli e i baffi grigi dei gatti erano rivolti ver.so un punto convergente, e tra i rami di· un olivo o 1I1elcrepa ccio d i qualche muro avrebbe visto, sdraiata e indolente, come se di nulla si curasse, la gatta. Se questa si moveva, erruno inseguimenti in frotta e urli. E quelle grida che s'alzavano improvvise in _mezzoall'assopita ar– sup1idell'agosto avevano qualche cosa di crudele. Finché si limitavano a questo, il vecchio lasciava fare. Vedeva anzi che la signora, chiusa !llel verde del suo boschetto, si interes– sava vivamente; e se poteva scoprire, occhieggiando tra le foglie, che il gruppo in amore era :ùntorno a u!lla vite o a un olmo assolato nelle vicinanze immediate del boschetto, era tutta contenta. Anche quando, i!ll certe mattine che l'estate declinava e oomin– ciavano le prime nebbie, avvenne l'incontro dei due maschi più forti rimasti a contendere, il vecchio lasciò correre, ché la signora a!llche a questo s'interessava. Li vedeva i due rivali, fermi come statue, i!ll– groppati e saldi, all'angolo di qualche viale, le çl.uecode rigonfie, e non si sarebbero mossi neppure a prenderli a sassate. Fermi a quel modo sulla terra umida, vicinissimi ed appaiati, ma coi due corpi curiosamente rivolti, sicché il muso dell'ooo era dalla parte della coda dell'altro, guardavano in direzione opposta, come assorti ilil una ferocia lontana; e anche quando gli urli si alzavano, lugubri e lenti, era come se urlassero al vento che passava, nelle càmpagne, lontano. -Solo la vibrazione di una delle gambe posteriori che a un certo punto cominciava a tremare e che la signora scorgeva quasi impercettibile, scopriva che la passione era vicina e che il rivale era a due centimetri di distanza. Ma quando, dopo i combattimenti della notte, gli altri maschi erano oome misteriosamente spariti e dinanzi all'unico v:ùncitore la gatta, sempre con quell'aria un po' noncurante e assorta, s'acco;ac- · ciava, allora il vecchio interveniva, scandalizzato, alzrundo le brac– cia: « frustichì, miscicà )), e tirava anche sassate. BibliotecaGino Bianco .
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